Polemica: in Trentino e Alto Adige sede legale per tremila ditte "attratte" dagli sgravi fiscali

Attratte dagli incentivi fiscali e dagli “aiuti” pubblici, oltre 3000 aziende del settore delle energie rinnovabili hanno spostato la loro sede legale in Trentino o in Provincia di Bolzano. Facendo apparire sospetto tutto questo “movimento”, anche perché in alcuni casi nemmeno i dipendenti sapevano di questo trasferimento di sede legale.

Il caso è stato sollevato domenica sera da un servizio della trasmissione Report di Rai Tre: «Più di 3000 aziende, nell’ultimo anno, hanno aperto la sede ma senza fornire sviluppo alcuno al nostro territorio» ha detto nel corso della trasmissione il presidente della Cna Trentino Alto Adige, Claudio Corrarati, parlando nel corso della puntata.

Corrarati è intervenuto sul tema delle aziende che aprono la sede in Alto Adige e Trentino e poi delocalizzano la produzione in altri luoghi, utilizzando però gli incentivi e le agevolazioni fiscali delle due Province autonome. «Da una parte ben vengano le imprese che si vogliono insediare in regione, in una delle due province, portando esperienza, eccellenza, posti di lavoro e tasse pagate sul territorio. Dall’altra parte, però, è necessario creare sistemi che permettano di erogare incentivi e di far fruire le agevolazioni fiscali solo a chi contribuisce all’economia del territorio», sostiene Corrarati.

Secondo la Cna Trentino Alto Adige «è opportuno definire una sorta di permanenza minima sul territorio, come avviene per i cittadini che vogliono esercitare il diritto di voto: potrebbe essere uno stimolo per gestire meglio le contribuzioni in modo che i soldi a disposizione, oramai sempre di meno, possano trasformarsi in valore aggiunto per l’economia locale, con aziende realmente insediate sul territorio e che creino posti di lavoro e ricchezza».

Oggi ha replicato alle accuse il presidente bolzanino Kompatscher: «È vero che ci sono aziende attive in diverse zone di Italia ma i proprietari sono altoatesini. Per ogni ramo di azienda è stata creata una società e questo ne spiega il numero così elevato» ha detto il governatore di Bolzano.

Sul caso è intervenuta anche Trentino Sviluppo: «In relazione ai contenuti del servizio “Se mi lasci non vale” andato in onda nella serata di ieri nel corso della trasmissione Report, su RaiTre, Trentino Sviluppo tiene a specificare quanto segue.
Progetto Manifattura è uno dei sei Business Innovation Centre (B.I.C.) presenti sul territorio trentino, di proprietà di Trentino Sviluppo, società di sistema della Provincia autonoma di Trento.
Prescindendo dai profili fiscali, non di competenza, si sottolinea che Trentino Sviluppo ha effettuato una serie di verifiche che hanno confermato la presenza di 140 aziende domiciliate in Progetto Manifattura. Di queste: 39 hanno un regolare contratto autorizzato per loro e/o per le loro controllanti; 88 hanno trasferito la sede nell’incubatore nell’ambito di processi di organizzazione accentrata delle attività di Gruppo, in gran parte tra fine 2018 e inizio 2019, dandone comunicazione solo a posteriori; 13 sono risultate prive di comunicazione e autorizzazione.
Si ricorda che il contratto di insediamento in Progetto Manifattura, come negli altri Business Innovation Centre (BIC), non è un contratto di locazione bensì un contratto di prestazione di servizi. Oltre alla location Trentino Sviluppo fornisce infatti precisi e qualificati servizi di supporto all’azienda nell’ambito di un programma che prevede la compartecipazione della società insediata agli obiettivi dell’incubatore, al fine di creare un ecosistema di relazioni virtuose tra le aziende insediate e tra queste e il territorio. La sussistenza di una mera sede legale nell’incubatore non porta pertanto alcun valore aggiunto all’iniziativa.
In linea con la propria mission, Trentino Sviluppo ha deciso di regolamentare in maniera ancora più stringente la possibilità di aderire al progetto attraverso una lettera inviata il 15 aprile scorso, in cui invita alcune aziende ad allinearsi con i principi fondanti dell’incubatore o a spostare la propria sede al di fuori del Polo entro il termine di 60 giorni.
Merita ricordare che taluni gruppi non sono destinatari di questa comunicazione in quanto hanno accentrato presso Progetto Manifattura la propria sede direzionale, amministrativa e tecnica, garantendo un impatto tecnologico e occupazionale effettivo sul territorio provinciale, oltre che investendo proprie risorse nella ristrutturazione di ampi spazi prima inutilizzati degli spazi storici della Manifattura Tabacchi.
Ad oggi, le aziende hanno mostrato ampia comprensione rispetto a questa richiesta condividendone le finalità.
Per quanto riguarda le questioni fiscali evidenziate nel servizio televisivo, si sottolinea che l’agevolazione è prevista sul territorio trentino in quanto tale e quindi non è correlata alla domiciliazione presso iniziative pubbliche».

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