Al mattone non si fa più credito Prestiti a picco, - 504 milioni

Nell'ultimo anno i prestiti bancari in Trentino sono diminuiti di 394 milioni di euro, pari ad un calo del 2,3%, passando dai 17 miliardi 200 milioni del novembre 2017 a 16 miliardi 806 milioni nel novembre 2018.

Mentre però il credito alle famiglie continua ad aumentare - in dodici mesi sale da 5 miliardi 789 milioni a 5 miliardi 885 milioni, 96 milioni in più +1,6%, in sette anni sono 321 milioni in più - i finanziamenti alle imprese scendono a picco da 11 miliardi 195 milioni a 10 miliardi 691 milioni: 504 milioni persi pari al -4,5%.

Se si guarda agli ultimi sette anni, la contrazione arriva al 18,3%, dai 13,1 miliardi del 2011 ai 10,7 attuali. Al mattone, poi, non si fa praticamente più credito. I prestiti all'edilizia sono precipitati del 62,7%, passando da 2,7 a meno di 1 miliardo, precisamente 996 milioni.

L'allarme viene lanciato dall'Ufficio studi della Cgia, gli Artigiani di Mestre, che si basa sui dati della Banca d'Italia. A livello nazionale la contrazione dei prestiti bancari alle imprese prosegue ma è in frenata nell'ultimo anno. Gli impieghi vivi, cioè i crediti sani al netto delle sofferenze, sono scesi tra novembre 2017 e 2018 di 4,9 miliardi (-0,7%). Nulla a che vedere, notano gli Artigiani, con quanto è accaduto negli ultimi sette anni. Dal novembre 2011, anno di picco massimo delle erogazioni bancarie alle imprese, allo stesso mese del 2018 la diminuzione è stata del 27%, cioè 252,8 miliardi in meno in termini assoluti.
«È vero - dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - che la domanda di credito da parte delle imprese è diminuita sia in termini di qualità che di quantità. Non va nemmeno dimenticato che le sofferenze bancarie hanno assunto dimensioni preoccupanti, inducendo molte banche a chiudere i rubinetti del credito o a concedere i prestiti a condizioni più rigide. Tuttavia, la contrazione registrata in questi ultimi anni è stata eccessiva, soprattutto nei confronti delle piccole realtà produttive che, tradizionalmente più solvibili delle altre imprese, sono state invece le più penalizzate».

Gli Artigiani di Mestre osservano come nell'ultimo anno in alcune regioni, come la Lombardia e il Piemonte, i prestiti sono tornati con il segno positivo. Tra le regioni che vedono un aumento, sia pur solo di 7 milioni su 25,7 miliardi, c'è il Trentino Alto Adige. Ma il risultato è frutto di andamenti opposti nelle due province. A Bolzano i crediti alle aziende sono aumentati del 3,5% con 511 milioni in più che portano il totale a oltre 15 miliardi. A Trento invece, come detto, si perde mezzo miliardo di finanziamenti. Stessa differenza su sette anni. Mentre le imprese trentine perdono 2,4 miliardi, quasi un quinto dei crediti totali, per quelle altoatesine il calo si ferma al 2,6%.
L'industria trentina perde nell'ultimo anno ben 748 milioni di prestiti, il 19%, ma in questo caso solo una parte è stretta al credito.

Le grandi imprese infatti stanno sempre più diversificando le fonti di finanziamento, dalla quotazione in Borsa ai minibond. Su sette anni la manifattura è l'unico ramo produttivo col segno più, sia pur solo +0,4%. Il terziario perde il 10% dal 2011 e recupera qualcosa nell'ultimo anno. Le costruzioni invece precipitano per la prima volta sotto il miliardo di crediti: negli ultimi dodici mesi il calo è del 15,7%.

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