Il porfido trentino a Roma e a Wimbledon

di Francesco Terreri

Il nuovo tempio dei Mormoni a Roma. Un resort extra lusso sulle spiagge del Mar Morto. Un grande centro commerciale in Qatar. E la pavimentazione del complesso di Wimbledon, il sobborgo di Londra dove si svolge il torneo di tennis più famoso del mondo. In controtendenza con il settore, che rimane in profonda crisi, il Consorzio Italporphyry continua ad ottenere commesse all'estero per cubetti di porfido, la loro posa e la consulenza sulla sistemazione di spazi e pavimenti in pietra. Il 2018 si chiude con 10,5 milioni di euro di fatturato, ben il 45% in più del 2017, che era stato un anno difficile, e il 12% in più del 2016, che invece aveva già visto importanti successi.
Il Consorzio è nato cinque anni fa con l'obiettivo di vincere l'individualismo delle piccole imprese del porfido e aiutarle a presentarsi uniti sui mercati mondiali. Raggruppa 11 ditte con 10 cave di porfido, conta 90 dipendenti, che diventano 120 considerando titolari e soci attivi.

«Il 2018 si è chiuso nel migliore dei modi poiché abbiamo superato gli auspicati 10 milioni di ricavi - afferma il direttore Andrea Angheben - quindi oltre il 45% in più rispetto al 2017, peraltro anno molto difficile, ma oltre il 12% rispetto al 2016 che già era stato un anno di soddisfazione. L'andamento del consorzio è in piena controtendenza rispetto al settore porfido in perdurante crisi. La quota export si è ulteriormente consolidata oltre il 50%».
Il 12 gennaio è stata inaugurata la nuova pavimentazione del Tempio della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, la Chiesa Mormone di Roma: circa 11.000 metri quadri tra porfido e travertino romano forniti da Italporphyry e posati dai Maestri Artigiani Posatori Trentini. Una commessa da 1 milione 250 mila euro. «La committenza americana è entusiasta del risultato - dice Angheben - e già si prevede una collaborazione nello Utah con lo studio di progettazione del Tempio».

Quello di Roma, puntualizza Angheben, è il primo cantiere di rilievo nella capitale che ha previsto l'utilizzo di resina poliuretanica per la sigillatura dei giunti di fuga. «La metodologia è molto conosciuta a Trento, ma quella utilizzata a Roma è resina prodotta da Mapei, l'azienda dell'ex presidente di Confindustria Giorgio Squinzi , con cui esiste ormai una collaudata partnership». Ieri presso Centrofor si è tenuto un affollato workshop sull'argomento rivolto ai posatori. «La novità del prodotto consiste soprattutto nell'assenza di solventi, dannosi per gli operatori, in favore di diluenti che rendono innocuo il prodotto all'inalazione e garantiscono totale sicurezza nella messa in opera, ma anche nel trasporto. Lo studio e la ricerca di Italporphyry con Mapei sta andando avanti nel perfezionamento di altre soluzioni di pavimentazioni sicure e sostenibili».
L'altro grande mercato dove il Consorzio Italporphyry sta trovando commesse è la penisola arabica. «Abbiamo fornito materiale in Arabia per il primo resort saudita, un lavoro da oltre 500 mila euro - sottolinea Angheben - e, dopo aver fornito materiale per uno degli stadi destinati al mondiale 2022, è tuttora in corso la fornitura di materiale destinato al più grande mall del mondo: Place Vendome in Qatar». Solo il primo lotto vale altri 600 mila euro. E ora si parte a Wimbledon, per rifare la pavimentazione del circolo di tennis più famoso al mondo.

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