500 case e mille domande per gli affitti «scontati»

di Francesco Terreri

Per i 500 alloggi a canone moderato realizzati o in via di realizzazione da parte del Fondo Housing Sociale Trentino sono arrivate complessivamente più di 1.000 domande, più del doppio. Avere un affitto scontato del 30% rispetto a quello di mercato sta diventando sempre più importante per famiglie della fascia intermedia di popolazione, di fronte a rincari che nell’ultimo anno a Trento sono stati del 4%. Così il Fondo, che chiude le sottoscrizioni lunedì 31 dicembre, ha deciso di salire oltre i 110 milioni di euro investiti e le 500 abitazioni previste, mettendone in cantiere almeno il 10% in più, fino a 550.

Il Fondo di housing sociale, promosso dalla Provincia e gestito da Finint Investments sgr e Pensplan Invest sgr (che si appresta a diventare Pro Euregio sgr), è partito nel 2013 con lo scopo di intercettare la domanda di casa di cittadini di quella fascia media che ha un reddito troppo elevato per gli alloggi Itea ma troppo basso per i canoni vigenti sul libero mercato. Accedono alle graduatorie dell’housing sociale, infatti, coloro che hanno un indicatore Icef tra 0,18 e 0,39, che corrisponde indicativamente, per un nucleo familiare di tre persone, a redditi fra i 18.000 e i 40.000 euro annui.

Su queste famiglie un affitto di mercato pesa parecchio. Secondo l’osservatorio di Immobiliare.it, a novembre nel comune di Trento l’affitto medio risulta pari a 10,66 euro mensili a metro quadro, con un aumento del 4,41% rispetto a novembre 2017. Significa che un appartamento di 70 metri quadri viene locato in media a 750 euro al mese. Col canone moderato sarebbero poco più di 500 euro. In provincia la media è di 9,60 euro per metro quadro al mese, il 2,71% in più dell’anno prima.
Il Fondo Housing Sociale ha finora approntato circa 350 alloggi e ne ha assegnati 300, in primo luogo a Trento (più di metà del totale) e Rovereto e poi in un’altra decina di città ad alta tensione abitativa come Riva del Garda, Pergine, Mori, Cles, Levico.

Le risorse del Fondo arrivano per il 60%, fino a 66 milioni, da Cassa Depositi e Prestiti tramite il Fondo Investimenti per l’Abitare e per un 20%, 22 milioni, dalla Provincia attraverso Cassa del Trentino. Tra i sottoscrittori ci sono poi la Cooperazione, comprese le Casse rurali, che ha messo più di 4 milioni, banche come Sparkasse e fondi pensione come Laborfonds (5 milioni) e Plurifonds (2,5). Proprio questi fondi hanno recentemente accresciuto il loro contributo di 3 milioni, di cui 2,25 il fondo dei lavoratori dipendenti e 750 mila euro il fondo aperto gestito da Itas Vita.

«Nell’ultimo bando per 21 alloggi a via Maccani a Trento ci sono state un centinaio di domande. Altri cento sono rimasti fuori, pur avendo i requisiti, per gli appartamenti di Corti Fiorite» ricorda il direttore di Coop Casa Andrea Rinaldi, che segue il progetto housing sociale insieme alla responsabile Martina Clementi. Coop Casa ha l’incarico di gestore sociale del Fondo insieme alla cooperativa Kaleidoscopio. «Negli ultimi bandi rispetto a quelli iniziali vediamo che i primi in graduatoria difficilmente rinunciano. Inoltre c’è la possibilità che l’alloggio diventi casa propria dato che il Fondo dopo vent’anni vende».
«A qualche anno dall’avvio, le domande sono state più del doppio dell’offerta - prosegue Rinaldi - Il Fondo sta rendendo agli investitori, anche per questo hanno deciso di continuare a investire».

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