Cantine: a volte ritornano, Lavis guarda a Cavit

«Parlare con Cavit per la storia che ha avuto La Vis è un dovere e poi occorrerà tempo per capire cosa uscirà. Ma non c’è solo Cavit, stiamo guardando come poter fare sinergie per dare alla La Vis i successi che le spettano». Massimo Benetello, direttore generale della Cantina sociale di Lavis evidenzia come il gruppo, in questi anni, stia continuando a fare pulizia nei bilanci, guardando allo stesso tempo al futuro sviluppo dell’azienda. «Nel 2017 come gruppo siamo passati a 72 milioni di euro di consolidato» sottolinea Benetello, con margini buoni per la filiera trentina, mentre quelli di Casa Girelli hanno sofferto per l’aumento dei prezzi del vino all’origine a causa della vendemmia precedente. L’attività caratteristica della Cantina di Lavis è stato positivo «e come cantina c’è stato nel 2017 un utile di 300.000 euro» sottolinea Benetello. Il recupero di mercati testimoniato dall’aumento del fatturato consolidato mette in evidenza che la cantina ha potenzialità sul piano commerciale ancora da sfruttare. Le perdite nel consolidato sono state dovute «a una operazione di pulizia di alcuni asset che sono stati svalutati correttamente e quindi a operazioni di tipo straordinario» sottolinea ancora Benetello.


Il presidente della cantina di Lavis Pietro Patton sul rapporto con Cavit chiarisce che si tratta di un inizio di dialogo aperto tra le due realtà, ma «ancora non c’è nulla di concreto. Quello che è certo è che sta a cuore a noi e a Cavit è il progetto di sviluppo della viticoltura di qualità. Questa è la ragione della nostra domanda, però prima di arrivare a essere operativi, servo altri passi che chiudano definitivamente il risanamento della cantina».


La cantina ha una sua solidità e occorre crederci, spiega il socio storico ed ex amministratore, Alberto Zanolli. «Più che al passato, che conta poco, occorre guardare al futuro» e alle nuove prospettive che si aprono, sottolinea con passione, ricordando i dati positivi della Cantina di Lavis e il suo utile ottenuto nel corso del 2017. Per Cavit parla il presidente Lorenzo Libera che spiega come «per ora c’è un puro approccio e un assenso tra le parti a esaminare le possibili ipotesi di collaborazione». Soprattutto per promuovere al meglio i vini della val di Cembra sul mercato.

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