Casse Rurali, prestiti in calo: in sei mesi -2%

di Francesco Terreri

Nel primo semestre i prestiti erogati dalle banche sono cresciuti dell'1,7%. Aumentano mutui e crediti alle famiglie (+2,3%) e alle aziende medio-grandi (+3%) ma calano ancora i prestiti alle piccole imprese (-2,8%). Mentre però il credito erogato da banche regionali e nazionali è in crescita, quello delle Casse rurali continua a contrarsi di oltre il 2% anche verso il tradizionale target piccole imprese. La quota di mercato delle banche cooperative trentine scende così al 45,8%, dal 47% di dicembre, ormai nettamente sotto il 50%.
«L'erosione delle quote delle Bcc in Trentino, mentre in Alto Adige la situazione delle Raiffeisen è opposta, è una dinamica indicativa di debolezza» afferma Pier Luigi Ruggiero , direttore della filiale di Trento della Banca d'Italia, alla presentazione dell'aggiornamento congiunturale sull'economia regionale. «Per le Bcc trentine - aggiunge Antonio Accetturo , coordinatore dei curatori del rapporto - le consistenze dei prestiti problematici, pur in riduzione, si confermano su valori più elevati della media del sistema: 19,1% contro il 14,4% medio trentino e il 12% nazionale».
«In questo contesto - sottolinea Ruggiero - il gruppo bancario cooperativo che fa capo a Cassa Centrale Banca risponde all'esigenza di consolidare il credito cooperativo e garantisce anche alle Bcc più deboli risorse, strategie, fabbriche di prodotto, cessione di crediti deteriorati (come la nuova grande cartolarizzazione che sta preparando Cassa Centrale ndr ) che possono consentire di recuperare quote di mercato».
Su tutto questo piomba l'ennesima «riforma della riforma» che il governo di Giuseppe Conte ha messo in cantiere partendo dagli emendamenti presentati dalla Lega e da altre forze, compresa la Svp, al decreto fiscale in discussione al Senato. Ieri, in un vertice a Palazzo Chigi con i vicepresidenti Matteo Salvini e Luigi Di Maio e altri esponenti della maggioranza, tra i quali il presidente della commissione Finanze del Senato Alberto Bagnai , primo firmatario di alcuni degli emendamenti, è stato messo a punto «un pacchetto di interventi» sulle Bcc.
Il fulcro degli emendamenti è l'eliminazione, di fatto, dell'obbligo di adesione delle Bcc ai gruppi nazionali, cardine della riforma del 2016, a favore, in alternativa, a «sistemi di tutela istituzionale» ovvero al modello tedesco di fondo di garanzia. «Si sta ragionando su varie ipotesi, vedremo la migliore - afferma il ministro per i rapporti col Parlamento Riccardo Fraccaro - Ma credo sia necessario garantire che i gruppi non diventino delle spa scalabili, tra l'altro anche da banche straniere». Per Fraccaro, il fondo di garanzia alla tedesca si applicherebbe prima di tutto al Trentino e all'Alto Adige, dove le Raiffeisen, pur avendo un gruppo autonomo provinciale, lo richiedono da tempo.
A Trento l'altra sera il punto è stato fatto in una riunione tra Cassa Centrale e le 20 Rurali, da dove più di una Cassa è uscita preoccupata sul percorso che sta accelerando nel mezzo di questa incertezza istituzionale. Oggi è in calendario l'assemblea della Rurale Alto Garda, una delle maggiori.
«Sul tavolo è stato messo questo sistema Ips alla tedesca - commenta dal canto suo Ruggiero - In teoria potrebbe garantire alle Bcc una tutela analoga al gruppo, anche se non sarebbe un volano come una capogruppo fortemente capitalizzata. In ogni caso bisognerà capire quanto costa». Tra l'altro, Trento non sarà estranea alla vigilanza del gruppo nazionale che dovrebbe passare alla Bce, governo permettendo. «Analisti della nostra filiale faranno parte del Joint supervisory team per la vigilanza sul gruppo Cassa Centrale».

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