Catullo investe 60 milioni, 3 arrivano da Trento

Il cda dell'Aeroporto Catullo ha varato il maxi piano di investimenti definito Progetto Romeo: 60 milioni di euro per riqualificare e ampliare il terminal passeggeri dello scalo di Verona, portandolo da 24 mila a oltre 36 mila metri quadri. I lavori dovrebbero iniziare la prossima primavera. Per sostenere questa operazione, la società ha deciso un aumento di capitale di 20 milioni da offrire in opzione ai soci. Principale azionista del Catullo col 47,02% delle azioni è Aerogest, che raggruppa Comune, Provincia e Camera di Commercio di Verona e Provincia di Trento. L'altro grande azionista e socio industriale col 40,82% è la Save di Enrico Marchi , la concessionaria dell'Aeroporto Marco Polo di Venezia. L'impegno dei due soci è quindi di 10 milioni ciascuno. Nell'ambito della quota pubblica, Trento, che ha il 30,27% di Aerogest, ci metterà 3 milioni. 

Ma i soci pubblici non sono concordi, come è emerso ieri nell'assemblea di Aerogest convocata sull'aumento di capitale. «Per noi e per la Camera di Commercio di Verona l'aumento di capitale va bene purché si investa - afferma l'assessore provinciale alle Infrastrutture Mauro Gilmozzi - La giunta provinciale ha deciso che la permanenza in Aerogest e quindi nel Catullo è strategica e che quindi aderiamo all'aumento di capitale in proporzione alla nostra partecipazione. Comune e Provincia di Verona invece non intendono andare avanti: per loro la partecipazione non è strategica e quindi devono dismettere le quote in base alla legge Madia». 

In Aerogest la Camera di Commercio di Verona ha il 39,05%, Trento il 30,27%, la Provincia di Verona il 20,71%, il Comune scaligero il 9,98%. Sulla carta, quindi, l'impegno sull'aumento di capitale sarebbe di circa 4 milioni per la Camera di Commercio, 3 milioni per Trento, 2 per la Provincia di Verona, 1 per il Comune. 

«Trento farà la sua parte ma, se necessario, insieme alla Camera di Commercio di Verona potremmo accollarci anche le altre quote» sottolinea Gilmozzi. In questo caso l'impegno trentino salirebbe a 4,5 milioni. «Secondo noi è importante fare questo aumento e sostenere il piano industriale del Catullo. La partnership col socio industriale sta dando frutti». Catullo in effetti vede incrementi di traffico e passeggeri (+12% ad agosto) ed è tornato all'utile negli ultimi due anni, dopo aver accumulato in passato 23 milioni di perdite, che gravano ancora sui conti: il patrimonio sarebbe di 71 milioni ma al netto delle perdite è di 48. Anche per questo c'è bisogno di più capitale. 

«Siamo disponibili ad altre soluzioni al posto di Aerogest, come un patto di sindacato di altri cinque anni fra enti territoriali e socio privato Save» aggiunge Gilmozzi. Se gli enti locali veronesi escono, Save si farà certamente avanti per rilevare le quote, come ha fatto in passato e come paventato nei giorni scorsi dal Movimento 5 Stelle di Trento e Verona. Ma dovrebbe farlo in una gara, se non si vogliono ripetere casi precedenti censurati da Anac e Corte dei Conti.

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