Rate e bollette non pagate Balzo del 13%: 470 milioni

di Francesco Terreri

L’anno scorso in Trentino Alto Adige le rate di prestiti e mutui, le bollette e altri debiti non pagati da famiglie e imprese affidati per il recupero a società specializzate hanno fatto un balzo a 470 milioni di euro, 54 milioni in più del 2016 pari a un incremento del 13%. Si tratta di 234 mila pratiche (i soggetti a cui fanno capo sono meno perché spesso ci sono più pratiche per uno stesso soggetto), 25 mila in più dell’anno prima, per un valore medio di circa duemila euro a pratica.

La novità è che una quota crescente di questi debiti, il 45% come importo con il 17% delle pratiche (l’importo medio quindi è nettamente più elevato), sono prestiti «malati» che le banche hanno venduto a operatori specializzati e fondi di gestione di sofferenze, detti anche fondi avvoltoio. Gli istituti bancari lo fanno per diminuire la loro quota di crediti deteriorati e rientrare nei parametri di solidità. L’anno scorso le Casse rurali trentine si sono liberate in tal modo di circa 300 milioni di sofferenze, Volksbank di 85 milioni. Quest’anno sono stati venduti 320 milioni delle Rurali e alcune decine di milioni della Banca Popolare altoatesina, mentre la Cassa di Risparmio di Bolzano ne cede 100 milioni. Senza considerare le cessioni delle banche nazionali.

Gli acquirenti sono soggetti come il fondo specializzato Usa Seer Capital, il colosso britannico (presente in Italia) Barclays Bank, società di gestione di crediti deteriorati come Locam e Guber, che poi curano il recupero in proprio o affidandosi ad altri servicer (società specializzate). Il recupero dei debiti non pagati risulta più efficiente di quello operato dalle banche, anche perché tra questi operatori sono più diffuse pratiche aggressive (vedi box). Nel primo semestre di quest’anno infatti le esecuzioni immobiliari legate a debiti insoluti hanno fatto un balzo del 39%.

Secondo Unirec, l’Unione nazionale delle imprese a tutela del credito, che ha pubblicato il rapporto da cui sono tratti i dati citati sopra, a livello nazionale i debiti affidati alle aziende associate da banche, aziende energetiche, pubblica amministrazione e, sempre più, fondi avvoltoio ammontano nel 2017 a 71 miliardi (+3%) distribuiti in 35 milioni di pratiche, con un valore medio di 2.039 euro a pratica. La voce cresciuta di più, +23%, è appunto quella dei «non performing loans» ceduti dalle banche. A livello nazionale l’anno scorso sono stati recuperati 7,5 miliardi, poco più del 10%. Il Trentino Alto Adige è la seconda regione più virtuosa in questo senso dopo la Val d’Aosta, con 78 milioni recuperati pari al 17% del totale.

E i recuperi accelerano con le aste immobiliari. Nei primi sei mesi del 2018, secondo la società di consulenza Astasy, in Italia le esecuzioni immobiliari sono state 179.536, con un balzo del 39% rispetto all’anno prima. In Trentino Alto Adige le aste sono state 2.328. Nell’intero 2017 erano state 2.887, prevalentemente in Trentino, 2.505 contro le 382 della provincia di Bolzano. Per Astasy, la banca recupera una quota del credito immobiliare in media in 51 mesi, la società di recupero in 7 mesi. Spendendo meno.

I prestiti in sofferenza in capo alle banche sono quindi in calo: a metà anno in Trentino sono scesi a 1,6 miliardi, il 26% in meno dell’anno precedente. Le famiglie in difficoltà sono diminuite di oltre 400 unità ma sono ancora 3.400. Le piccole imprese nei guai sono scese di 380 unità ma restano 2.300. Ma gran parte di chi è uscito dai libri contabili delle banche ha solo cambiato creditore.

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