La marijuana sbarca a Wall Street E in borsa è subito boom

La marijuana sbarca ufficialmente a Wall Street. E si tratta di un esordio con il botto: Tilray, produttore di marijuana per uso medico, vola all’avvio degli scambi, arrivano a guadagnare oltre il 21% e schizzando a oltre 23 dollari per azione, per una capitalizzazione di mercato di 2,1 miliardi di dollari. Un balzo che la spinge ben al di sopra dei 17 dollari fissati nell’initial public offering, durante la quale ha raccolto 153 milioni.

Tilray non è solo il primo produttore «puro» di marijuana a quotarsi sul Nasdaq, è anche il primo a raccogliere capitale con una quotazione su un listino americano. I fondi raccolti saranno usati per ampliare la produzione, ripagare parte del debito e finanziare future acquisizioni. Da quando è stata lanciata nel 2004 Tilray non è mai stata in utile: il 2017 si è chiuso con perdite per 7,8 milioni di dollari, mentre il rosso nei primi tre mesi dell’anno è stato di 5,2 milioni di dollari.

Nella documentazione presentata per la quotazione, Tilray stima in 150 miliardi di dollari l’anno il valore del mercato globale della marijuana, che può contare su 180 milioni di consumatori. La canadese Tilray ha annunciato l’ipo il giorno dopo il via libera alla legalizzazione della marijuana a scopo ricreativo in Canada, destinato a diventare a metà ottobre il primo stato a legalizzarne l’uso a livello federale.

Lo sbarco a Wall Street è un tassello «importante nell’ambito dei piani di espansione dell’industria della marijuana» afferma Matthew Kannedy, di Renaissance Group. Gli Stati Uniti - aggiunge Sean Stiefel, di Navy capital - stanno iniziando a «istituzionalizzare» gli investimenti nella marijuana.

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