E-Pharma assume nuovi addetti Ma scatta lo sciopero sugli orari

di Andrea Bergamo

Trentacinque nuove assunzioni entro fine 2020. L’ufficializzazione dell’accordo tra la E-Pharma di Ravina e Piazza Dante è avvenuta nel giorno della prima fase dello sciopero contro la nuova proposta di orario formulata dalla direzione.
 
Il «patto» approvato dalla giunta provinciale è legato a un nuovo progetto di ricerca che prevede uno «studio chimico-farmaceutico e clinico di farmaci e integratori alimentari innovativi da assumere per via orale». Per questa iniziativa l’azienda prevede di investire oltre 5,9 milioni di euro: l’accordo prevede un contributo di 2,6 milioni che è stato stabilito al termine della consultazione dell’assessore Alessandro Olivi - supportato dal Dipartimento sviluppo economico e lavoro - con la società e i sindacati. Il contributo a E-Pharma sarà erogato in 5 rate annuali in cambio di una serie di ricadute occupazionali e produttive connesse al progetto di ricerca, oltre che all’obbligo di permanenza sul territorio provinciale almeno fino al 2030.

L’attività di ricerca per i nuovi prodotti made in Trentino (2 farmaci e 5 integratori alimentari) è iniziata poco più di un anno fa e si concluderà il 3 maggio 2020 (fatta salva un’eventuale proroga). La E-Pharma occupa attualmente 165 addetti e attraverso l’accordo si è impegnata a raggiungere livelli occupazionali importanti: 175 dipendenti entro fine 2018, 185 l’anno successivo e 200 entro dicembre 2020, da mantenere almeno fino al 2023. L’azienda presieduta da Paolo Cainelli stipulerà inoltre sei convenzioni in tre anni per ospitare un totale di 54 studenti per il loro tirocinio curricolare, oltre a tre percorsi di alternanza scuola-lavoro e altrettanti progetti di servizio civile. Qualora non dovessero essere raggiunti gli obiettivi previsti, la Provincia revocherà 25mila euro per ogni mancata assunzione.

E-Pharma si impegna inoltre a svolgere in Trentino l’attività produttiva di beni o servizi (connessa alla ricerca) per 5 anni dopo il progetto, ma anche a spendere almeno 300mila euro l’anno in beni e servizi presso le aziende del territorio (escluse le società del gruppo) fino al 2021. E ancora: creare nell’area sud di Trento il Distretto famiglia, coinvolgendo almeno altre 2 aziende e definire 2 accordi con il Cibio e una collaborazione con la Fondazione Mach.

Intanto, la giunta provinciale ha ridefinito l’accordo siglato nel 2008 con la Steinex (in fase di trasferimento nella nuova sede di Sille di Civezzano) per la realizzazione di un progetto di ricerca applicata sull’automazione dei processi di lavorazione del porfido e su un nuovo sistema di sicurezza. In cambio di un contributo di 1,6 milioni di euro, dieci anni fa l’azienda si era impegnata a raggiungere un totale di 43 dipendenti entro il 2012: nel corso degli anni sono state concesse diverse deroghe, finché è stato siglato un nuovo «patto». La Provincia ha ridotto il finanziamento a 932mila euro e la ditta si è impegnata a passare dagli attuali 26 dipendenti (apprendisti inclusi) a 26 unità entro fine 2019.


 

TURNI DIURNI DI 9 ORE E MEZZA    

Gli addetti di E-Pharma spa hanno incrociato le braccia per protestare contro la rimodulazione dell’orario lavorativo prevista dall’azienda, che prevede l’allungamento delle fasce di attività giornaliere e l’accorciamento del turno notturno. Lo sciopero, che ha avuto inizio nella notte tra domenica e lunedì ed ha comportato un blocco temporaneo della produzione, è stato accompagnato da un presidio di protesta.
Alla base dell’iniziativa sindacale, promossa e supportata dalla Uiltec, la contrarietà dei lavoratori ad un ulteriore cambiamento dell’orario lavorativo, con l’introduzione di due turni da nove ore e mezza per la mattina ed il pomeriggio e la compressione del turno notturno a sei ore e venti minuti. Una modifica che, oltre a non consentire la fruizione delle pause per i pasti, comporterebbe un grosso peggioramento delle condizioni di lavoro degli addetti, nonché un impedimento concreto alla vita in famiglia.

«Con il continuo cambiamento dell’orario lavorativo - specificano i rappresentanti Michele Stedile, Riccardo Villa, Renato Bontempo e Caterina Pagliaro - iniziano ad esserci seri problemi di sostenibilità lavorativa. L’impegno del turnista è già pesante con la suddivisione classica in tre turni da 8 ore, come era anche da noi fino allo scorso anno. L’aumento delle ore giornaliere a scapito di quelle notturne, per permettere all’azienda un risparmio, comporta uno sfasamento continuino delle proprie abitudini, compromettendo anche la vita famigliare, assieme allo stato psicofisico del lavoratore».

A peggiorare ulteriormente la situazione vi sarebbero anche la distribuzione delle pause per pranzo e cena, con l’obbligo per tutti gli addetti di effettuare l’interruzione prevista dal contratto al termine del turno della mattina (ovvero tra le 15 e le 15.30 per il pranzo) e all’inizio dell’attività pomeridiana (dalle 14.30 alle 15 per la cena). I lavoratori, riuniti in assemblea la scorsa settimana, chiedono il rispetto del normale orario dei pasti, al fine di permettere anche un riposo dei turnisti. Lo stato di agitazione continuerà fino a quando non si troverà con la direzione una conciliazione delle esigenze produttive con le necessità espresse dai lavoratori. Ieri sera c’è stato un primo incontro.

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