Decine di trentini stregati dal bitcoin L'allarme dell'esperto: è bolla speculativa

di Francesco Terreri

Ieri sera il bitcoin, il più recente oggetto del desiderio degli investitori finanziari, viaggiava a quotazioni di oltre 17 mila dollari, quasi 15 mila euro, per un valore complessivo dei 16,7 milioni di «monete» finora emesse di circa 250 miliardi di euro. Nell'ultima settimana questa criptovaluta (detta così perché si basa sulla crittografia per convalidare le transazioni) ha guadagnato il 46%. In Trentino ci sono centinaia di risparmiatori che chiedono informazioni e sono decine quelli che hanno acquistato bitcoin perché sta aumentando di valore. 

La capitale trentina del bitcoin è Rovereto, dove cè il negozio Compro Euro e perfino due bancomat per cambiare valuta (sugli 8 nazionali). Ma nella città della Quercia l'uso del bitcoin è partito dagli scambi commerciali. Ora invece, soprattutto dopo la quotazione del future (acquisto a termine) alla Borsa di Chicago, si parla di un prodotto finanziario vero e proprio. E, forse, dell'ennesima speculazione finanziaria. Guido Giovannardi è uno dei pochi (400 in tutta Italia, una decina in Trentino Alto Adige) consulenti finanziari indipendenti, cioè non legati a banche o fondi di investimento da «piazzare». Classe 1954, con una lunga esperienza in Banca d'Italia, Giovannardi è impegnato con la sua Associazione Felicitas e con l'Associazione Microfinanza e Sviluppo nell'educazione finanziaria, sia nelle scuole che per gli adulti. 

Che cos'è il bitcoin? 
«Il bitcoin è la prima e la più famosa delle criptovalute. È nata da un algoritmo di calcolo complesso che ne garantisce l'unicità ed è contrassegnata da un codice, un po' come i numeri di serie delle banconote. La produzione di bitcoin è in corso, per produrlo occorre una rete con computer potenti e veloci. È stato previsto che se ne produca un numero limitato. Poi ci sono altre criptovalute, la più nota è l'ethereum, che si basano su principi simili, in particolare la tecnologia blockchain».
Il limite di produzione dovrebbe essere 21 milioni di bitcoin, di cui 16 già prodotti. Ma qual è lo scopo originario di queste criptovalute? 
«Lo scopo era di creare una valuta esclusivamente informatica, alternativa a quelle ufficiali, facilmente scambiabile sul web e che agevolasse soprattutto le transazioni on line. Tuttavia, dato che queste transazioni non lasciano tracce, questo tipo di valute è utilizzato dalla criminalità e per scopi di riciclaggio di denaro».
Quali sono le principali differenze con una valuta tradizionale come l'euro? 
«L'euro ha dietro economie reali e finanziarie come quelle europee con una loro affidabilità. Certo, il cambio dell'euro con, ad esempio, il dollaro varia a seconda della domanda e dell'offerta. Dietro il bitcoin invece non c'è un'economia reale affidabile. La produzione della criptovaluta viene incrementata lentamente ma tanti la vogliono, così il prezzo sale. Così è diventato anche uno strumento di speculazione».
Come fa un piccolo risparmiatore a investire in bitcoin? 
«Il bitcoin può essere acquistato in negozio, come a Rovereto, oppure on line, su piattaforme alcune delle quali sono ritenute affidabili. Attenzione però: è come fare trading on line, ci vogliono tutte le cautele del caso più quelle richieste da una valuta sono informatica».
Quali sono i rischi che si corrono? 
«C'è un rischio tecnologico, legato ad esempio alla possibilità di hackeraggio. I certificati e gli Etf (fondi di investimento sugli indici di Borsa) emessi da alcune case d'investimento risolvono il rischio tecnologico, ma resta il rischio del valore. La fortissima crescita del valore e l'avvio del future a Chicago fanno del bitcoin un prodotto finanziario derivato ad alto rischio. Siamo davanti ad una bolla speculativa. Poi bisognerà vedere cosa faranno le banche centrali».
Quali consigli al risparmiatore? 
«Come in altre bolle precedenti, dai tulipani nell'Olanda del '600 alle dot.com di fine secolo scorso, è pericoloso investire parti rilevanti del proprio patrimonio in un prodotto simile. Il consiglio è: investite solo somme che potete permettervi di perdere».

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