Folgarida, i francesi ancora in pista Almeno in tre a rilanciare sul prezzo

di Luisa Maria Patruno

La giunta provinciale ieri ha deciso di dare il via libera al protocollo con Funivie Madonna di Campiglio sul tentativo di rilancio nel secondo round di gara del 3 agosto, per assicurare a mani trentine il controllo di Funivie Folgarida Marilleva cercando di strappare la società alla cordata di finanziarie italiane che ha presentato l'offerta più alta martedì scorso di 27 milioni 980 mila euro.

Serve un'offerta minima di almeno il 10% in più di quella provvisoriamente vincente e quindi si arriva almeno a 30,8 milioni. Ma il problema è che oltre alla cordata di finanziarie, che cercherà di difendere l'aggiudicazione della settimana scorsa, i trentini si aspettano che il colosso francese Compagnie des Alpes, che aveva partecipato all'asta e si è vista sorpassata, non intenda mollare l'osso. E soprattutto ci sarà senza alleanze preventive con le società trentine, che erano state ipotizzate nei giorni scorsi. Questo significa, dunque, che alla gara per l'aggiudicazione del pacchetto di maggioranza di Funivie Folgarida si presenteranno almeno tre nuove offerte, che si faranno concorrenza, con il rischio di far salire di molto il prezzo, se dovesse impennarsi la dinamica dei rilanci (100 mila euro al colpo) fra le tre contendenti. Anche di questo si è discusso ieri in giunta provinciale. Fino a che cifra può spingersi la Provincia nel sostenere gli imprenditori locali nella gara?

Il governatore Ugo Rossi, che ieri per la delicatezza della situazione non ha voluto rilasciare dichiarazioni, ha espresso ai suoi assessori la convinzione che l'ente pubblico non possa impegnarsi a tutti i costi e dunque è stato posto un limite, oltre il quale Funivie Campiglio dovrà lasciare agli altri pretendenti, con i quali andare poi a discutere del futuro della ski area del Trentino Occidentale dopo, sapendo che nel caso della cordata finanziaria, la nuova proprietà sarà pronta subito a rivendere - naturalmente a prezzo ancora più alto - a chi un piano di sviluppo industriale sugli impianti della val di Sole ce l'ha.

Lo schema di gioco, condiviso a livello politico, resta comunque quello anticipato domenica dall' Adige . In sostanza, alla gara presenterà l'offerta la società Funivie Madonna di Campiglio, ma la Provincia si impegna tramite Trentino Sviluppo a farsi carico dei costi del 40% delle quote acquistate, se Campiglio riuscirà ad aggiudicarsele. Ma la presenza della società pubblica dovrebbe essere solo provvisoria, poiché la Provincia intende cedere nel giro di pochi mesi le partecipazioni alla società agli imprenditori e finanziarie locali che fino ad ora non si sono preoccupate del problema, in particolare una cordata di imprenditori della Val di Sole, che si sta organizzando soprattutto sotto la pressione del governatore Rossi e dell'assessore Carlo Daldoss - entrambi solandri, che si stanno giocando il futuro politico su questa partita - e poi certamente Finanziaria Trentina, poi Seac - ieri Gianni Bort, presidente della Confcommercio trentina si è detto possibilista - e altri. Ma è chiaro che l'esistenza di un progetto strategico e di una forte corresponsabilità locale dovrebbe emergere subito, altrimenti lo sforzo del pubblico sarebbe del tutto inutile. Questa è la condizione che è stata posta soprattutto dal Pd e dall'Upt al presidente Rossi per acconsentire all'intervento della Provincia. In questi giorni si deve fare i conti però anche con le vecchie diatribe e rivalità tra solandri e rendenesi. Le Funivie Campiglio per scendere in campo hanno chiesto garanzie alla Provincia che a loro resti la maggioranza assoluta della società e il controllo nelle scelte strategiche nonché investimenti pubblici ulteriori sull'area di Pinzolo.

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