Fercam, salta l’accordo Lavoro: a rischio 50 posti

Prosegue «la mobilitazione dei dipendenti Artoni e dei lavoratori delle imprese in appalto che, anche oggi, hanno scioperato e presidiano i magazzini».

Lo fa sapere la Cgil. Secondo i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, e UilTrasporti, come sottolineano in un comunicato congiunto, non cè alcun «riscontro da Fercam».

Posti di lavoro, tra lavoratori Artoni e lavoratori indiretti, «sono stati compromessi unicamente dal comportamento scellerato di Fercam, FercamArtoni e Artoni».

Uno sciopero si è tenuto anche ieri nella sede della Artoni Trasporti all’interporto. I lavoratori hanno scioperato contro l’accordo con l’altoatesina Fercam che prevede il taglio di 170 posti di lavoro.

Lo sciopero è stato indetto unitariamente da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. A rischio ci sono non solo gli 8 dipendenti trentini della storica azienda di Reggio Emilia, ma anche i lavoratori della cooperativa di logistica e i «padroncini», i titolari di ditte individuali di trasporto, che lavorano esclusivamente per Artoni. In tutto circa 50 persone.

«I lavoratori in sciopero stanno presidiando la sede e le merci sono bloccate - conferma Stefano Montani , segretario della Filt del Trentino - La protesta si sta svolgendo in modo assolutamente pacifico e non ci sono stati momenti di tensione di alcun tipo.

Stanno solo cercando di difendere legittimamente il loro posto di lavoro. Attendiamo l’evolversi della trattativa nazionale». La situazione, ammette Montani, è molto delicata. «Accanto ai dipendenti diretti e indiretti, ci sono poi altrettanti padroncini in Trentino che lavorano esclusivamente per Artoni. Per loro la situazione è drammatica».

Sul tavolo c’è il trasferimento in capo a Fercam dei rami d’azienda di Artoni Group, Artoni Logistica e Artoni Trasporti, per un totale di 570 lavoratori. Il colosso altoatesino da 700 milioni di euro di ricavi guidato da Thomas Baumgartner, che pochi giorni fa ha ceduto la guida al figlio Hannes Baumgartner , aveva infatti presentato un’offerta per rilevare il gruppo Artoni in crisi, 200 milioni di ricavi, guidato da Anna Maria Artoni, già presidente dei giovani di Confindustria dal 2002 al 2005.

Ma il confronto con le organizzazioni sindacali è saltato dopo che Fercam ha fatto marcia indietro sull’assunzione di tutti i 570 lavoratori. Fercam è pronta ad assumerne 400, lasciandone a casa 170. Per i sindacati non si possono cambiare unilateralmente le regole durante una trattativa così delicata. Secondo Filt, Fit e Uiltrasporti «Fercam, oltre a tentare di scaricare le proprie responsabilità sulle organizzazioni sindacali, non si è ancora resa realmente disponibile a sottoscrivere un accordo che contempli tutte le richieste formulate dall’azienda stessa nell’incontro del 10 febbraio e la possibilità, per i lavoratori non interessati dal passaggio di azienda, di accedere ad ammortizzatori sociali».

«Serve l’immediata prosecuzione del confronto sul subentro di Fercam in Artoni. La procedura va rapidamente conclusa per garantire la continuità dell’occupazione e delle attività, considerato il concreto rischio occupazionale per circa 3 mila lavoratori tra diretti e indiretti qualora Fercam abbandoni pretestuosamente l’acquisizione». Che è proprio quello che dice la Fercam: l’operazione è diventata impossibile.

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