Casa, gli affitti di Trento tra i più cari d'Italia

«Colpa» del mercato degli universitari e degli insegnanti che si sono trasferiti al nord

di Angelo Conte

Aumentano gli affitti medi a Trento. Nel 2016, secondo l’analisi di SoloAffitti, il canone mensile per un appartamento è cresciuto del 6,3% nel caso fosse vuoto - cioè da arredare - e dell’8,3% se già ammobiliato.

Per queste ultime tipologie l’aumento a Trento è il secondo più alto in Italia, dopo quello registrato a Cagliari. Ad incidere sarebbe anche il fenomeno del trasferimento di molti insegnanti dal sud al nord Italia e la presenza degli universitari.

AFFITTI MEDI TRA 757 E 637 EURO

In città il 2016 ha fatto segnare un incremento importante dei canoni di affitto medi mensili. In particolare, nel confronto con il 2015, si nota un aumento medio mensile di circa 40 euro per gli appartamenti vuoti, ossia non arredati, e un aumento di quasi 50 euro per gli appartamenti arredati.

Se si guarda, quindi, a quanto costava un appartamento vuoto nel 2015 si nota che l’inquilino doveva versare 541 euro al mese, cifra che nel 2016 è salita a 575, con un incremento di 34 euro pari a un +6,3%.

Ancora più forte l’accelerazione per gli appartamenti arredati: in questo caso l’aumento percentuale tra 2015 e 2016 è stato dell’8,3%, mentre l’affitto medio mensile è passato da 589 euro nel 2015 a 637 euro nel 2016.

TRENTO QUINTA CITTÀ PIÙ CARA

In Italia con le cifre del 2016 Trento si colloca al quinto posto tra le città più care per gli inquilini. Davanti al capoluogo si collocano, infatti, metropoli come Milano (916 euro per gli appartamenti vuoti, 975 euro per quelli arredati), Roma (829 euro per gli appartamenti liberi, 909 per quelli arredati), Venezia (578 euro per gli appartamenti liberi e 646 euro per quelli arredati) e Firenze (661 euro per gli appartamenti liberi, 696 euro per gli appartamenti arredati).

EFFETTO STUDENTI UNIVERSITARI

Giampiero Cozzio, presidente dell’Unione dei piccoli proprietari del Trentino, dice: «Anche se i dati indicano una crescita, sono ancora lontani dalle cifre che c’erano prima della crisi del 2008. Oggi un appartamento che si affitta a 600 euro al mese, allora si affittava a 800 euro al mese».

Trento e, in parte Rovereto, si salvano grazie al fatto che c’è un importante presenza di studenti universitari che assicurano un mercato «che altrimenti sarebbe depresso».

Ma per Cozzio la situazione del mercato degli affitti «non è assolutamente fuori dalla crisi. Basta guardare a ciò che sta accadendo in tante aziende trentine, con una serie di posti di lavoro che vengono bruciati, per capire che, se l’economia non migliora, difficilmente anche il mercato degli affitti e l’immobiliare in genere potranno avere una crescita.

È vero che ci sono compravendite immobiliari, ma solo perché i prezzi sono bassi e quindi c’è chi ha stipendi certi e un posto fisso che riesce a comprare».

CEDOLARE SECCA RICHIESTA

A dimostrazione che il clima per i proprietari è cambiato rispetto agli anni precedenti alla crisi, Cozzio sottolinea come oggi la tendenza sia quella di «mantenere i contratti con gli inquilini affidabili, anche chiedendo qualcosa di meno rispetto ai canoni di mercato, in modo tale da non rischiare di perdere un pagatore affidabile e di avere quindi l’appartamento libero per alcuni mesi o occupato senza che entri l’affitto concordato».

E proprio il ricorso al contratto concordato è molto diffuso a Trento perché consente al proprietario di versare una tassa del 10% sulle entrate, la cosiddetta cedolare secca, che sale al 21% se si stipula un contratto di mercato. In questi giorni, tra l’altro, continua Cozzio, sono partiti i contatti con il Comune di Trento per una revisione dei valori legati a nuove caratteristiche delle zone della città e delle abitazioni, tra le quali la certificazione energetica.

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