Toyota cede a Volkswagen la leadership mondiale

Per la prima volta in 5 anni la casa auto nipponica cede il primato alla rivale tedesca Volkswagen

La frenata delle vendite negli Stati Uniti rallenta la marcia della Toyota a livello globale, e per la prima volta in 5 anni la casa auto nipponica cede il primato alla rivale tedesca Volkswagen, grazie all’accelerazione delle immatricolazioni in Cina, malgrado lo scandalo dei motori truccati.

Nell’intero 2016 il gruppo con sede a Nagoya - che comprende i marchi Daihatsu e Hino Motors - ha venduto 10.175.000 veicoli, un incremento dello 0,2% rispetto all’anno precedente. La casa tedesca, simultaneamente, ha registrato un progresso del 3,5%, con immatricolazioni pari a 10.312.000 di unità.

Un risultato che evidenzia l’importanza del mercato cinese, dove la richiesta di motori diesel è inferiore agli altri paesi, e il successo delle controllate Audi e Porsche non conosce crisi.

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Per il 2017 Toyota prevede vendite a livello globale superiori a quota 10 milioni per il quarto anno consecutivo, ma con una timida crescita attesa a 10,2 milioni di auto. Una stima che si scontra con l’andamento stagnante del mercato a stelle a strisce, dopo aver raggiunto il picco nel 2016, e dove la casa auto giapponese vende circa il 30% delle auto prodotte.

Nello stesso periodo le immatricolazioni in Cina targate Toyota hanno mostrato un progresso dell’8,2% rispetto a una crescita media del mercato del 15%; a differenza della Volkswagen, che prevede di esportare verso Pechino almeno 3 milioni di auto nel corso del 2017.

Gli analisti giudicano l’eccessiva esposizione nel Nord America il principale impedimento per la casa nipponica nel tentare un ritorno al vertice in tempi brevi. I recenti avvertimenti del presidente statunitense Donald Trump sulla necessità di interrompere la produzione in Messico e investire negli Usa per evitare di pagare dazi salati, potrebbero danneggiare ulteriormente la strategia di Toyota, che è riuscita comunque a mantenere un livello di redditività di gran lunga superiore alle concorrenti.

Per limitare l’impatto mediatico il costruttore di auto ha promesso un investimento negli Usa pari a 10 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni, insieme a ingenti lavori di aggiornamento dei suoi stabilimenti sul territorio americano, lasciando intendere di assoggettarsi alla volontà di Trump. Il numero uno del gruppo Akio Toyoda incontrerà nel fine settimana il premier Shinzo Abe, prima della partenza di quest’ultimo alla volta di Washington, il 10 febbraio, per il primo vertice bilaterale con Trump presidente.

Al vaglio diverse ipotesi su un trattato di scambio commerciale che potrebbe riguardare le case auto giapponesi, mentre nell’odierna sessione parlamentare l’esecutivo ha ricordato che, al contrario delle macchine importate dall’Europa, il Giappone non applica dazi sulle auto statunitensi. Gli osservatori rimangono scettici sull’utilità delle concessioni da parte di Tokyo, ma sembra che malgrado gli allarmanti proclami protezionistici diramati da Trump nessun paese sia disposto a contraddirlo.

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