Successo di vini e mele trentini In sette anni export +22%

I distretti produttivi del Trentino Alto Adige hanno esportato nel 2014 il 22,5% in più delle vendite all'estero del 2007, ultimo anno prima della crisi. Corrono soprattutto le mele altoatesine (+28,8%) e i vini trentini (+20,4%).

di Francesco Terreri

I distretti produttivi del Trentino Alto Adige hanno esportato nel 2014 il 22,5% in più delle vendite all'estero del 2007, ultimo anno prima della crisi. Corrono soprattutto le mele altoatesine (+28,8%) e i vini trentini (+20,4%). Nell'ultimo anno c'è stata una battuta d'arresto (-1%), in particolare nel quarto trimestre 2014 (-2,8%). 

Secondo il Monitor dei Distretti Triveneto elaborato dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo e presentato oggi a Padova, i distretti trentini e altoatesini sono stati premiati da una migliore tenuta nel momento peggiore della crisi del 2009 e da una ripresa più intensa nel biennio 2011-12. Dopo mele altoatesine e vini trentini, l'export vinicolo di Bolzano è cresciuto rispetto al 2007 del 14,9%, le vendite di mele del Trentino dell'11,3%, le esportazioni di legno e arredamento dell'Alto Adige del 7,2%. 

Solo il porfido di Val di Cembra mostra un gap negativo significativo rispetto al 2007, con un calo del 16,1%. La Germania si conferma primo sbocco commerciale dei distretti regionali. Molto distanti Stati Uniti e Regno Unito, che tuttavia negli ultimi anni hanno trainato la crescita delle esportazioni dell’area. E’ inoltre rapidamente cresciuto il peso di alcuni mercati come Svezia, Egitto, Algeria e Arabia Saudita. Al contrario l’export diretto in Russia si è significativamente ridimensionato, scendendo in poco tempo del 30% circa. 

Nei prossimi mesi, secondo il rapporto, la domanda interna russa rimarrà debole: peserà il forte deprezzamento del rublo causato anche dal crollo del prezzo del petrolio. Gli Stati Uniti continueranno a trainare le esportazioni dei distretti regionali. Un importante aiuto alla crescita dovrebbe venire dal deprezzamento dell’euro e dalla ripresa (modesta) della domanda interna europea.  Anche la domanda interna dovrebbe riportarsi su un sentiero di crescita che tuttavia sarà lenta e insufficiente a recuperare rapidamente quanto perso negli ultimi anni.

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