Trento Rise, affidato alla Gpi il contratto nel mirino Ue

di Luisa Maria Patruno

È la Gpi spa la società a cui quest'anno la Trento Rise ha affidato il contratto precommerciale (pcp) con bando da 5 milioni di euro finito nel mirino dell'Unione europea, la quale ha avviato una pre-procedura di infrazione chiedendo informazioni alla Provincia per verificare che non ci siano state violazioni delle norme comunitarie.

La Gpi è la stessa società che ha ottenuto nel 2012 dall'Azienda sanitaria l'aggiudicazione per 13,7 milioni di euro l'appalto per la gestione del Cup, un appalto finito al centro di un'inchiesta penale che ha portato alla condanna in appello di una funzionaria per turbativa d'asta e rivelazioni di segreti attinenti la gara, procedimento nel quale l'Azienda si è costituita parte civile, nonché l'avvio in parallelo di un contenzioso davanti ai giudici amministrativi sull'aggiudicazione stessa, che ha dato ragione a Gpi spa davanti al Tar ma non si può considerare chiuso se ci sarà il ricorso al Consiglio di Stato dei concorrenti.

Ora, sul rischio di incappare in sanzioni da parte dell'Unione europea per violazione delle norme comunitarie in relazione ai bandi di contratti precommerciali ( pre commercial procurement ) affidati dall'associazione Trento Rise, che hanno già portato all'avvio di una procedura di pre-infrazione ( vedi l'Adige di ieri ) con richiesta di chiarimenti da Bruxelles alla Provincia di Trento, il consigliere provinciale del Pd, Luca Zeni, ha presentato una interrogazione nella quale esprime forti perplessità sul ricorso a questo tipo di bandi con i quali si affidato progetti per milioni di euro.

«Quello che desta preoccupazione - scrive Zeni - è che il sistema molto complesso e particolare del pre commercial procurement (pcp) dovrebbe essere ammesso in una realtà come Trento Rise, la cui mission costitutiva è legata a innovazione e ricerca, soltanto nei casi nei quali il rapporto con l'impresa sia segnato da conoscenze irripetibili e attività di ricerca. Diversamente saremmo nel normale campo della consulenza regolata dalle regole degli appalti ordinari».
La lettera inviata alla Provincia dalla Rappresentanza italiana all'Unione europea sollecita in particolare chiarimenti sul pcp per un progetto dal titolo «Piattaforma Ict a supporto di un modello di integrazione di servizi socioassistenziali, erogati in forma orchestrata» affidato alla Gpi spa. Ma poi si chiede anche una scheda di tutti gli altri contratti precommerciali affidati da Trento Rise e da società provinciali o dalla Provincia stessa.

Tra questi c'è anche il bando triennale del valore di 7,4 milioni di euro affidato alla Deloitte Consulting srl da Trento Rise dal titolo: «Modelli organizzativi e processi abilitanti al trasferimento tecnologico e all'applicazione di soluzioni innovative» su cui stanno indagando la procura della Repubblica e la Guardia di finanza a seguito di una serie di interrogazioni presentate dai consiglieri provinciali Mattia Civico (Pd) e Walter Viola (Pt). E proprio su questo pcp si concentra anche la nuova interrogazione di Luca Zeni che chiede se: «L'appalto di pre commercial procurement vinto da Deloitte Consulting consista in una progetto con caratteristiche di innovazione e ricerca tali da rientrare nell'ambito dell'attività di Trento Rise o se si tratti in realtà di una ordinaria attività di consulenza». Zeni chiede inoltre se esista il rischio di sanzioni da parte dell'autorità europea per «mancato rispetto delle caratteristiche dell'attività svolta da Deloitte».

Il 7 ottobre scorso, quando già su questo specifico pcp affidato a Deloitte si era avviato l'accertamento da parte della magistratura che ha portato fino ad ora solo all'acquisizione di documenti, la dirigente generale del Dipartimento della conoscenza, Livia Ferrario, scriveva al presidente di Trento Rise, Fausto Giunchiglia, invitandolo a: «Garantire continuità e budget armonizzati all'orizzonte temporale del piano strategico al pre commercial procurament relativo ai "Modelli organizzativi e processi abilitanti al trasferimento tecnologico e all'applicazione di soluzioni innovative"» quidi quello affidato nel 2012 alla Deloitte. E di più si suggeriva di farlo: «Anche attraverso uno schema di interazione basato sulla definizione congiunta (associazione-aggiudicatario) degli ambiti di svolgimento delle attività medesime». Dunque prefigurando una sorta di co-decisione fra Trento Rise e Deloitte sul progetto. Nelle linee direttive per il piano delle attività 2014 date dalla giunta provinciale a Trento Rise nel luglio scorso si prevede per altro uno stanziamento per i pcp di 4.940.000 euro solo per il completamento dei pcp già in fase di «programmazione molto avanzata e irreversibile». Nel budget di Trento Rise 2014 che è di 11.997.000 euro, i Pcp si mangiano comunque la fetta più rilevante con 4.947.613 euro insieme ai costi generali 5.149.000 euro.

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