Montagna / Riflessione

Marmolada: perché tutti rilanciano il messaggio di Hervé Barmasse (ecco cosa dice)

Il grande alpinista, esperto di Himalaya e di ghiacciai, ha sobriamente commentato la tragedia. E ci richiama tutti alla catastrofe più grande che si sta abbattendo su tutto il genere umano

COURMAYEUR. Alpinista himalayano, arrampicatore, grande esperto di ghiaccio e neve: Hervé Barmasse è seguitissimo sui social. E la sua riflessione sulla tragedia della Marmolada è fra quelle più «re-postate». Tutti la condividono. E noi ve la proponiamo:

«Le tragedie scuotono gli animi delle persone, fanno riflettere, creano sconcerto e sgomento e soprattutto molto dolore. Un dolore che rimarrà nei cuori dei familiari delle vittime, indelebile. Invece, per chi è triste spettatore di un evento di tale proporzione e tristezza rimangono dubbi e sconcerto, domande a cui non si trova risposta. Soprattutto poca chiarezza. In questi ultimi giorni i commenti e i giudizi su quanto accaduto, e più in genere sulla montagna, si sovrappongono creando confusione. Dalla confusione nascono ipotesi e dalle ipotesi suggestioni, proposte. Tra le più scontate c’è anche la proposta della chiusura incondizionata delle montagne.

Certo, è molto più semplice emanare un divieto che ammettere un fallimento enorme. Quello di chi non ha saputo intervenire quando i primi campanelli di allarme la montagna, la natura, il pianeta li aveva lanciati. Viene più facile dire cosa ci facevano là, che accorgersi che il nostro destino sembra irrimediabilmente compromesso e non per la caduta di quel seracco, ma perché se non ci sarà un crollo, sarà un’alluvione, una siccità, una catastrofe naturale di proporzioni sempre più grandi e sempre più imprevedibili che coinvolgerà tutti»

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