Montagna / Tragedia

Marmolada, operativi i radar per monitorare spostamenti del ghiacciaio: «Per ora nessuna segnalazione»

Serviranno a far operare il Soccorso Alpino in sicurezza: oltre a due apparecchi che registrano le variazioni, anche un radar doppler che può avvisare di spostamenti istantanei della massa

CANAZEI. Sono operativi e per ora non hanno registrato movimenti i tre radar installati al Rifugio Marmolada dal Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento con la supervisione del geologo Nicola Casagli. La strumentazione permetterà di capire cosa sta succedendo e di fornire una maggiore sicurezza agli operatori che stanno portando avanti le operazioni di recupero.

Si tratta di 3 radar – nello specifico un radar doppler e due radar interferometri - che danno la possibilità di misurare a distanza, in condizioni di assoluta sicurezza e con un’alta precisione tutti i movimenti della parte alta del ghiacciaio e delle rocce circostanti.

“I due radar interferometri – spiega il geologo che guida il gruppo di lavoro Nicola Casagli – sono operativi già da ieri sera, hanno rilevato dati tutta la notte e non hanno registrato movimenti. Il radar doppler è operativo invece da questa mattina e ha la capacità, a differenza del radar interferometro, di vedere i movimenti rapidi e improvvisi che non hanno precursori. Per questo motivo abbiamo deciso di installare entrambe le tecnologie”.

Marmolada, operativi i 3 radar sul ghiacciaio: così sono stati montati

Sono operativi e per ora non hanno registrato movimenti i tre radar installati al Rifugio Marmolada dal Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento con la supervisione del geologo Nicola Casagli. La strumentazione permetterà di capire cosa sta succedendo e di fornire una maggiore sicurezza agli operatori che stanno portando avanti le operazioni di recupero.

I radar serviranno – se ci saranno le condizioni – per far accedere all’area della disgrazia i soccorritori a piedi ed i cani da valanga. «Dovranno avere percorsi in sicureza e vie di fuga» ha detto ieri il capo del soccorso alpino, Maurizio Dellantonio. Anche se – in caso di ulteriori crolli – il tempo di fuga è ridotto a poche decine di secondi.

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