Tragedia / Il lutto

Silvano Fedel, tradito dalla caduta in un canalone impervio, sopra malga Stabio, nel territorio di Zuclo

Runner esperto, dev’essere scivolato sulla roccia bagnata per precipitare a valle: dalla malga aveva proseguito verso il monte Solvia e del monte Piza, avvistato dall’elicottero

RANGO/CIVEZZANO. Lo hanno ritrovato ieri, poco prima delle 19. Era solo un barlume ormai, quello della speranza di ritrovare vivo, dopo quattro giorni, Silvano Fedel.

Il corpo senza vita dell'uomo, 55 anni, appassionato trail-runner e triathleta, titolare della Pinetana Polli, attività che con la costante presenza nei mercati lo aveva fatto conoscere e apprezzare da migliaia di trentini, è stato individuato dall'equipaggio dell'elicottero dei vigili del fuoco permanenti di Trento nel corso di un sorvolo, quasi alla fine dell'ennesima giornata di estenuanti, generosi sforzi, messi in campo dal 1° aprile scorso senza soluzione di continuità, di giorno come di notte, da centinaia di vigili del fuoco, uomini del Soccorso alpino trentino, altoatesino e quello della guardia di finanza, carabinieri, uomini della forestale, cacciatori, amici runner di Fedel, semplici volontari.

Una sagoma, dopo giorni in cui il perlustrare baite, boschi, anfratti, gole, non aveva dato nessun riscontro, è stata scorta verso le 18.45 dall'equipaggio dell'elicottero, il cui intervento era stato richiesto dopo che erano state viste alcune tracce nella neve in località Carner, oltre malga Stabio, verso le cime Pala e Altissimo, nel territorio comunale di Zuclo.

Il corpo è stato avvistato in fondo a un canalone innevato molto ripido e impervio, tra il monte Piza e il monte Solvia, nei pressi del torrente Ridever. che scende proprio verso Zuclo. Impossibile riuscire a raggiungere quel punto via terra: l'equipaggio dell'elicottero ha così calato sul posto, con il verricello, il tecnico di elisoccorso del Soccorso alpino e il medico, che non ha potuto fare altro che constatare il decesso di Silvano Fedel.

Una volta accertato che la salma era proprio quella del cinquantacinquenne e giunto il nulla osta da parte dell'autorità giudiziaria - subito informata del ritrovamento dell'uomo - il corpo di Fedel è stato trasferito a bordo dell'elicottero e trasferito a Cavrasto.

La domanda: com’è morto Fedel? In base al punto in cui è stato ritrovato, è possibile anche ipotizzare, per quel poco che valga ora, di fronte al dolore di quanti lo piangono, quale possa essere stato l'itinerario prima della caduta costatagli la vita.

L'uomo, una volta lasciato Rango - dove venerdì era giunto per incontrare alcuni artigiani che stavano curando i lavori di ristrutturazione di un immobile, nel paese d'origine della madre - deve aver raggiunto il passo Duron, per poi raggiungere malga Stabio come effettivamente aveva lasciato detto prima di partire. Poi, dev'essersi evidentemente addentrato nella valle che si apre oltre la malga, verso le cime del monte Solvia e del monte Piza.

È poi scivolato: forse a tradirlo è stata una roccia bagnata. È finito lungo il canalone in fondo al quale è stato ritrovato ieri, prima di poter rientrare verso Rango, dove aveva lasciato l'auto e il telefono.

Un elemento, questo, che ha complicato in questi giorni il lavoro dei soccorritori, che non hanno potuto contare sul segnale dello smartphone per circoscrivere le aree da battere. Una circostanza che non deve stupire: Fedel era certo di affrontare una sgambata che per un atleta come lui rappresentava un'uscita breve e non deve aver visto la necessità di portare con sé il telefono.

Il punto in cui è stato individuato il corpo del cinquantacinquenne e la zona, non troppo distante da malga Stabio ma impervia e impossibile da raggiungere via terra, nelle condizioni che il terreno presenta in questi giorni dopo le piogge e nevicate del fine settimana, ha confermato la bontà degli sforzi che ogni volontario, indefesso, ha portato avanti nei giorni scorsi. Un impegno che, purtroppo, si è rivelato vano per cercare di individuare ancora in vita Silvano Fedel e poter dare una buona notizia ai suoi cari.

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