Opere / Viabilità

Il sogno: riaprire alle mountain-bike la strada della Val Careta, un gioiello fra Caldonazzo e Lavarone

Arriva un progetto, con tutti i Comuni interessati: il costo è di oltre 3 milioni, ma si spera nel bando nazionale per la «rigenerazione urbana»

CALDONAZZO. Il sogno è coltivato da anni, ma sono sempre mancate le risorse. Ora però si va avanti. I comuni di Folgaria, Altopiano della Vigolana, Caldonazzo, Calceranica e Tenna, in queste settimane nei consigli comunali, stanno approvando una convenzione con il comune di Lavarone, ente capofila, per costituire una gestione associata con lo scopo di realizzare e poi gestire il recupero della strada della Val Careta (anche chiamata strada della Stanga).

Un passaggio già avvenuto a Caldonazzo, martedì scorso, in Vigolana, mercoledì, e poi anche a Calceranica.È dal 2016 che la Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri si sta muovendo su questo tema, assieme ai comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna, con accordi e progettazioni per l'utilizzo del fondo strategico territoriale per la realizzazione del collegamento con il fondovalle della Valsugana; nel 2018 è stato anche siglato un accordo di programma con la Provincia di Trento per la disciplina delle modalità di utilizzazione del Fondo per la Coesione Territoriale della Comunità.

Accordo che prevede, tra le altre opere in priorità e finanziabili, proprio i collegamenti con il fondovalle.Il progetto preliminare per la sistemazione della strada è stato approvato nel 2020 dal comune di Lavarone: redatto da Mirco Baldo, prevede una spesa complessiva di 3.272.604,69 euro, dei quali 2.201.100,65 euro per lavori ed oneri relativi alla sicurezza, e 1.071.504,04 euro per somme a disposizione dell'amministrazione.

Verrebbe restaurata e recuperata architettonicamente anche l'antica osteria "Alla Stanga", storica edificazione esistente nella parte centrale del percorso e ad oggi totalmente dismessa.

La convenzione coinvolge non solo i due comuni sul cui territorio ricade il tracciato (Caldonazzo e Lavarone), ma anche quelli potenzialmente interessati dalle ricadute turistiche per la sistemazione della strada stessa: la gestione associata sarà chiamata "Alti-Piani-Alti" e permetterà, grazie alla legge di bilancio statale, l'accesso a finanziamenti per progetti di rigenerazione urbana "volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale dei territori, destinandovi un finanziamento nel limite massimo di 5.000.000 di euro ai comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti che, in forma associata, presentino una popolazione superiore a detta soglia anagrafica, per interventi volti allo sviluppo dei servizi sociali e culturali, educativi e didattici, ovvero per la promozione delle attività culturali e sportive e la mobilità sostenibile".

La strada della Val Careta risale alla fine del Seicento: fu realizzata per favorire il collegamento fra la Valsugana e gli Altipiani di Lavarone, Folgaria e Luserna ed anche con la Valdastico e Vicenza e percorre il fianco est della montagna (Tomazol) sopra la Valle dell’Impech, di fronte alla statale della Fricca sull’altro lato.

Il suo recupero, in chiave di collegamento sostenibile, unirebbe in modo strategico due bacini turistici importanti (laghi e altipiani), contribuendone al rilancio economico.

E’ chiusa al transito da oltre 30 anni, perché nella parte centrale un ampio costone di montagna è franato, portandosi via la carreggiata. 

FOTO Andrea Bonalda /FB

 

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