Ambiente / L'allarme

Due precipitazioni in due mesi, la qualità dell’aria in Trentino è «scadente», tre sforamenti delle soglie in una settimana

Continua la siccità, le centraline registrano picchi di polveri sottili e biossido di azoto: debolissime nevicate in Fassa e Val di Sole, ma ora torna il sereno e non si vedono perturbazioni all’orizzonte

L'ALLERTA Attenzione al forte vento e alle bufere di neve: raffiche oltre i 100 km/h

di Leonardo Pontalti

TRENTO. Con la pioggia che latita (due sole precipitazioni in due mesi, l’8 dicembre e il 5 gennaio), finora è stato il vento a salvare la qualità dell'aria. Non piove da quasi un mese e le previsioni meteo dicono che anche fino alla metà di febbraio, difficilmente si registreranno precipitazioni degne di nota.

Un problema serio per l'ambiente in generale, la vegetazione e le coltivazioni in particolare (anche se dato il periodo invernale, eventuali conseguenze potrebbero manifestarsi solo nei mesi a venire), ma anche e soprattutto per la qualità dell'aria che respiriamo.

La settimana scorsa, per ben tre giorni in quattro delle otto principali stazioni di rilevamento dell'Appa (l'agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente) sono state rilevate quantità di Pm10 oltre la soglia d'allarme, facendo registrare il livello "scadente", il quarto in ordine di gravità su cinque (buono, discreto, moderato, scadente, pessimo).

Il report del mese di gennaio è disastroso. Il mese di gennaio 2022 è stato caratterizzato da concentrazioni degli inquinanti polveri sottili PM10 e biossido di azoto NO2 tipiche dei mesi invernali, con condizioni meteorologiche favorevoli al ristagno degli inquinanti, alternate ad episodi di vento che hanno invece favorito la dispersione delle sostanze accumulate in precedenza.

Il mese di gennaio 2022 - scriove il report di Meteotrentino - è stato caratterizzato da concentrazioni degli inquinanti polveri sottili PM10 e biossido di azoto NO2 tipiche dei mesi invernali, con condizioni meteorologiche favorevoli al ristagno degli inquinanti, alternate ad episodi di vento che hanno invece favorito la dispersione delle sostanze accumulate in precedenza.

Nel dettaglio le concentrazioni medie mensili di biossido di azoto NO2 misurate in gennaio sono sostanzialmente in linea con quanto rilevato nello stesso mese dello scorso anno. Le concentrazioni medie orarie sono risultate sempre inferiori al limite di 200 µg/m3.

Le concentrazioni di polveri sottili PM10, viste anche le condizioni metereologiche favorevoli al ristagno degli inquinanti, sono aumentate nel corso dell’ultima settimana del mese di gennaio ed hanno raggiunto in tutte le stazioni poste all’interno dei centri abitati valori prossimi al limite previsto per la media giornaliera (50 µg/m3).

Sono stati registrati alcuni superamenti: in tutti i casi il valore massimo raggiunto è stato di poco superiore al limite previsto ed il numero di sforamenti è risultato in linea con quanto osservato negli anni precedenti durante il mese di gennaio.

Ben più di un campanello d'allarme quello rappresentato dai valori registrati a Trento (in via Bolzano ma anche al parco Santa Chiara), Riva del Garda e Borgo Valsugana, dove la qualità dell'aria è stata compromessa dai valori di Pm10 ma è apparsa scadente anche in generale, con valori poco incoraggianti anche di biossido di azoto.

Come detto, solo il vento - in mancanza di precipitazioni - ha potuto "metterci una pezza", dando nel vero senso della parola una ripulita all'aria dei principali centri della provincia e - soprattutto - dei fondovalle, dove si accumulano - anche visibilmente, in queste giornate serene - gli inquinanti emessi da mezzi a motore e impianti di riscaldamento.

Il vento è però durato 24 ore ed è già cessato, mentre la notte scorsa – per il fernomeno dello “spillover”, le nevicate che si susseguono a nord delle Alpi hanno «lambito» anche il Trentino settentrionale, con deboli nevicate in Val di Fassa, alta Val di Non e Sole. La debolissima nuvolosità di mercoledì mattina lascerà però ben presto il campo al sereno, e di nuovo con venti da nord, in montagna anche forti.

Tornando all'assenza di precipitazioni che permane da praticamente un mese, nel report pubblicato ieri il meteorologo di Meteotrentino Andrea Piazza ha sottolineato come la situazione sia aggravata da quanto era avvenuto anche in dicembre: «Dopo un novembre con precipitazioni un po' sopra la media, in dicembre le precipitazioni sono state del tutto assenti fatta eccezione per la nevicata dell'8 che ha anche interessato la città di Trento.

Gennaio è risultato particolarmente secco anche se, va ricordato, moderate precipitazioni si sono verificate il giorno 5. Va quindi evidenziato che negli ultimi 2 mesi si sono registrati solo 2 giorni con precipitazioni (superiori a 1 mm) e la cumulata degli ultimi 2 mesi è decisamente inferiore alla media. I mesi invernali sono climaticamente i più asciutti dell'anno e la siccità invernale è molto frequente: al momento non sussistono problematicità di tipo agricolo ma la situazione va comunque monitorata poiché se anche febbraio e soprattutto a marzo dovessero presentare importanti deficit di precipitazione potrebbero esserci dei rischi al risveglio vegetativo.

 

Nella foto: l’accumulo di polveri ed inquinanti sulla città di Trento, visto dalla cima del monta Calisio, domenica 30 gennaio 2022

 

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