Montagna / Il caso

Garda e Ledro, due rifugi e due gestori che lasciano, il Garibaldi e il San Pietro cercano una nuova conduzione

A Tremalzo Leonida Sorbino molla tutto: «Troppe spese e poco guadagno, mi spiace veramente molto». Per il monte Calino abbandona dopo sei anni Andrea Berteotti

ALTO GARDA e LEDRO. Due noti e amati rifugi restano senza gestore, rifugio San Pietro sul monte Calino e quello meno fortunato in valle di Ledro. È ufficiale: il rifugio Garibaldi di Tremalzo è di nuovo orfano. Leonida Sorbino, partita dalla sua Perugia dopo essersi aggiudicata la gara di concessione in uso dell’immobile in febbraio, restituirà le chiavi all’amministrazione comunale entro fine anno. L’edificio, ristrutturato alla fine degli anni Novanta, è qualificato come rifugio escursionistico, consente il pernottamento e la ristorazione. Delle nove offerte pervenute, sono state quattro le ammesse: Sorbino ha proposto un canone di 15.000,53 euro (la base d’asta era di 9.750 euro).

Non si farà un nuovo bando per il rifugio in quanto l'assessore al turismo Luca Zendri ha confermato la validità della graduatoria di gara, e quindi si procederà a contattare i secondi in classifica. L'amministrazione comunale di Ledro si è detta molto dispiaciuta, in quanto Sorbino è stata ritenuta un'ottima professionista.

«Purtroppo, ho dovuto lasciare - ha spiegato l’imprenditrice - la struttura funziona d’estate, si lavora bene nonostante i guadagni molto bassi. Ho tirato avanti grazie alla presenza delle mie figlie, mie socie, e del mio ex compagno. Facendo il bilancio del mese in cui ho avuto le camere al completo e circa 80 persone giornaliere al ristorante, ovvero agosto, ho guadagnato 5.000 euro, neanche uno stipendio ciascuno. Le spese di mantenimento della struttura sono elevatissime: tra riscaldamento a gasolio, elettricità e partita iva risulta insostenibile reggere un affitto da 15 mila euro. Se una famiglia lavorasse solo in stagione, dal 20 giugno al 20 settembre, potrebbe farcela. Questa struttura vive d’estate, non essendo presenti impianti invernali di risalita».

Questo però non significa abbandonare la vallata. «Ho trovato un’abitazione a Bezzecca - ha aggiunto Leonida Sorbino - la gente di Ledro è squisita! L’intenzione sarebbe quella di rimanere qui, mi piace il luogo e spero di trovare lavoro in zona, oppure nel triangolo Trento, Verona e Brescia, in modo da non allontanarmi da Ledro; me ne sono innamorata. È stata una bellissima esperienza indipendentemente da tutto, ammetto anche la mia inesperienza imprenditoriale, avendo sempre lavorato nella ristorazione senza essere un’imprenditrice. Tremalzo è un posto meraviglioso. Consiglio a chi verrà di limitare la gestione al periodo estivo, a meno che non vengano riproposti gli impianti sciistici invernali per un turismo esterno, il che sarebbe splendido. La montagna è bellissima, esteticamente è da favola. È un peccato non riprendere il turismo invernale, l’estivo c’è. Mi auguro che il rifugio Garibaldi non muoia con la mia partenza».

Per il rifugio San Pietro sul monte Calino, invece, il gestore, Andrea Berteotti, lascia dopo sei stagioni di attività. Una chiusura sulla quale Berteotti non ha voluto dire nulla. Dispiaciuto il sindaco di Tenno, Giuliano Marocchi: «Sono in costante contatto con la Sat centrale di Trento - ha riferito Marocchi - perché vogliamo che il rifugio riapra in primavera. Intanto, la società alpinistica trentina pianificherà alcuni interventi esterni di consolidamento e anche alcune manutenzioni e adeguamenti interni, lavori che richiederanno alcune settimane o forse qualche mese. Ringrazio qui il gestore uscente, Andrea Berteotti, che ha rilanciato il rifugio che in questi anni è diventato una meta e un punto di riferimento per tante famiglie e per i tanti appassionati di montagna. Per noi rifugio San Pietro è parte del nostro territorio, è il nostro rifugio, anche se materialmente è della Sat, però fa parte del nostro patrimonio. Vogliamo che in primavera possa riaprire»

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