Montagna / La storia

Eccezionale scoperta: il cappello dell’alpino del Battaglione Cividale spunta da una trincea di Busa Alta

I fratelli Renato e Giuliano Orsingher trovano il reperto della Grande Guerra ancora ben conservato: «Una grande emozione, ora siamo disposti a donarlo al Museo di Caoria»

di Gigi Zoppello

VANOI. Un ritrovamento emozionante, e davvero incredibile: a distanza di oltre 100 anni, è stato ritrovato sul Lagorai in questi giorni un cappello da alpino della Grande Guerra.

L’eccezionale scoperta viene da due appassionati della zona: i fratelli Renato e Giuliano Orsingher, che domenica 3 ottobre erano in gita sulla Busa Alta.

La racconta con voce tremante, Renato: «Mio fratello ed io mentre stavamo salendo la Busa Alta ci siamo imbattuti in un reperto della Prima Guerra mondiale conservato per oltre un secolo tra le postazioni di questa montagna che ha portato in superficie il cappello di un alpino del Battaglione Cividale».

Orsingher ci spiega che stava camminando lungo la mulattiera, in una zona costellata di postazioni belliche: «Ad un certo punto ho visto un lembo di stoffa: il cappello era ricoperto da sassi e ghiaia, e probabilmente per questo si è conservato così bene. Ho chiamato mio fratello che era più avanti di me, a l’abbiamo liberato con cautela: mi tremavano le mani, la trincea ci stava restituendo la memoria di un soldato».

Come fa a dire che apparteneva a un soldato del Battaglione Cividale? «Purtroppo il cappello non ha lo stemma, e quindi l’individuazione diretta è impossibile. Studiando la zona sono risalito al Battaglione di appartenenza di questo straordinario, emozionante ritrovamento. Esiste una fotografia storica scattata nel 1917 in quel punto preciso: in zona c’erano allora il Cividale e il Tagliamento. Ma proprio lì, era situata la cucina del Battaglione Cividale, non c’è dubbio sulla localizzazione».

Per Renato Orsingher una grande gioia: «Ancora a distanza di giorni sono in preda all’emozione. Mi è capitato spesso di trovare reperti, ramponi, gavette… anche se non sono un recuperante e in montagna ci vado per scattare fotografie. Avrei tante cose da dire, e voglio condividere con voi questo che é per noi un tuffo al cuore pensando a quale alpino ha indossato questo cappello, preferendo pensare sia volato via o sia stato smarrito da lui stesso, e che invece non sia appartenuto ad un caduto durante uno scontro con il nemico. Credo di poter dire un cappello di alpino in Lagorai non sia mai stato ritrovato dopo tanto tempo».

Che fine farà il prezioso reperto? «Ora stiamo valutando se restaurarlo o lasciarlo cosi come lo abbiamo trovato. Ovviamente siamo disponibili a donarlo al Museo degli Alpini di Caoria, cosi tutti lo possano vedere».

E per finire, cita i versi dell’immortale canzone alpina: «Su nel paradiso lascialo andare per le tue montagne – Genitori, piangete, piangete, vostro figlio è morto da eroe».

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