Animali / Il problema

Caccia al «gambero killer» della Louisiana, nel lago di Lagolo 120 nasse per eliminarli

Specie invasiva, distrugge la fauna locale e prolifica: da ieri fino al 5 settembre in azione Associazione Pescatori e Comune, con la Fondazione Mach. Lo scorso anno ne sono stati prelevati 368 in pochi giorni, ma ogni femmina depone 600 uova all'anno: la storia del crostaceo importato dall'uomo che è praticamente indistruttibile

di Gigi Zoppello

MADRUZZO. Da ieri al 5 settembre 2021 si svolge la campagna 2021 di contenimento del gambero rosso della Louisiana Procambarus clarkii al Lago di Lagolo. L’attività è svolta dall’Associazione Sportiva Pescatori Dilettanti Basso Sarca, supportata dal Comune di Madruzzo e dal Parco Fluviale Sarca, con coordinamento scientifico della dott.ssa Maria Cristina Bruno della Fondazione Edmund Mach, incaricata dalla PAT per le attività di implementazione del piano di gestione del gambero di fiume in Trentino.

Dopo la prima segnalazione del 2014, ad opera dei guardiapesca dell’Associazione Pescatori, un monitoraggio dettagliato svolto dalla FEM nel 2018 per calcolare la stima della densità della popolazione di gambero della Louisiana a Lagolo, ha indicato l’immediata necessità di mettere in atto azioni di contenimento di questa dannosa specie invasiva. Il gambero rosso della Louisiana è infatti considerato una delle cento peggiori specie invasive in Europa ed è elencato nella Lista delle 49 specie esotiche di rilevanza comunitaria per le quali il Regolamento (UE) n.1143/2014 del Parlamento europeo impone alle Regioni e Province Autonome l’obbligo di immediata segnalazione, di controllo o eradicazione oltre all’adozione di un piano d’azione per prevenire il rischio di ulteriori introduzioni.

Le attività di controllo di P. clarkii al lago di Lagolo sono iniziate nell’ottobre 2020 con una prima campagna di 10 giorni ad opera della Fondazione Mach, che ha permesso di rimuovere 368 gamberi, mediante l’impiego di 50 nasse.

Nel 2021, grazie alla sinergia tra e Associazione Pescatori e Fondazione Mach, e grazie al finanziamento ad hoc da parte del Parco Fluviale Sarca e del Comune di Madruzzo, verrà incrementato lo sforzo di cattura, utilizzando 120 nasse poste in opera nel periodo di elevata attività del gambero della Louisiana, massimizzando così l’efficacia di cattura.

Perché «gambero killer»? Questo crostaceo venne importato in Italia a scopo alimentare, ma per diverse ragioni il suo allevamento fu abbandonato; dagli allevamenti però è fuoriuscito nei corsi d’acqua. I gamberi americani, aggressivi e molto prolifici, in pochi anni sono così riusciti a colonizzare le nostre acque interne, con esiti nefasti per gli ecosistemi. La nome di «killer’» sarebbe dovuto al loro impatto distruttivo sugli altri animali e sulla biodiversità, aggravato dal fatto che questi crostacei sono portatori sani della «peste del gambero». 

Il gambero della Louisiana, che può raggiungere i venti centimetri di lunghezza, si riconosce per il colore rosso scuro, per il carapace ruvido e per la presenza di una spina alla base delle chele.

E’ abilissimo nella vita in acqua, dalla quale può anche uscire e allontanarsi per decine di metri. Il suo ciclo riproduttivo è semplice, veloce e molto efficace. In condizioni ideali può riprodursi fino a tre volte all’anno, per un totale di circa 600 uova, mentre il gambero di fiume autoctono non supera le 60-80 uova.

E’ poi un animale che mangia di tutto, anche resti di animali morti. Inoltre è molto aggressivo e spavaldo, e sopravvive a (quasi) tutto: dal cambio di temperatura a quello di salinità o acidità dell’acqua. Infine, come le lucertole, ha la capacità di vivere anche se perde le chele, le quali ricrescono in poco tempo. Insomma: un vero killer: dove si insedia, ad esempio, spariscono quasi completamente rospi e rane.

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