Montagna / Il tema

"Bene i cassonetti dell'organico a prova di orso: ora altre misure per la buona convivenza"

L'Ente nazionale protezione animali plaude al'iniziativa della Provincia ma rilancia contro il piano che rende possibile anche l'uccisione degli esemplari considerati "problematici"

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TRENTO. L'Ente nazionale protezione animali (Enpa) giudica positivamente l'installazione di cassonetti dei rifiuti organici in versione anti-orso da parte della Provincia autonoma di Trento.

"Ora serve ripartire da zero e mettere le basi per una corretta convivenza e lavorare su una diversa gestione dei plantigradi nel territorio trentino.

Per farlo - sottolinea l'Enpa - due sono le condizioni necessarie ed imprescindibili: il ritiro immediato di tutte le ordinanze o provvedimenti di cattura, fatta eccezione per l'apposizione di radiocollare, e di uccisione degli orsi e il ritiro delle ultime linee guida emanate dalla giunta provinciale sugli esemplari problematici".

Da tempo il mondo dell'ecologismo e della difesa della fauna selvatica si batte affinché la Provincia di Trento investa di più nelle misure di prevenzione dei possibili conflitti fra la presenza degli orsi e le attività umane.

I cassonetti protetti sono una di queste iniziative, perché contribuiscono a evitare che l'animale selvatico si avvicini troppo ai centri abitati, richiamato dall'odore del cibo.

L'olfatto degli orsi, infatti, è straordinariamente sensibile.

Anche in natura, quando si fanno escursioni sui monti o altre attività, bisogna ricordarsi di non abbandonare resti di cibo, per evitare che i sentieri diventino degli attrattori per gli orsi.

In generale si sollecita la promozione dell'uso di strumenti sicuri di protezione per i capi di allevamento (reti e ricoveri al chiuso) e l'attività di informazione e formazione rivolta a residenti e turisti per favorire comportamenti corretti nel caso, sempre raro, di incontro ravvicinato con un plantigrado.

Come noto, la stagione estiva è quella in cui gli orsi sono più attivi e mobili sul territorio, dunque è in questo periodo che serve maggiore attenzione.

La visione degli ecologisti è che con una gestione diversa si può consentire all'orso di svolgere il proprio ruolo nella biodiversità della nostra area alpina, senza che ciò rappresenti un problema per le attività umane, chiamate a loro volta a essere rispettose del mondo naturale.

Il tutto ricordando che i grandi predatori nel loro insieme, a cominciare da lupi e orsi, qui rappresentano statisticamente un pericolo quasi irrilevante per gli essere umani se confrontati con la casistica riguardante certi animali domestici o di allevamento oppure acari insidiosi e nocivi quali le zecche. Mentre nel caso degli animali di allevamento, si è sottolineato più volta da parte degli attivisti, è fondamentale proteggerli con attenzione dal rischio di predazioni.

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