Natura / Animali

Così Fugatti vuole uccidere gli orsi «problematici» (senza neanche il parere dell’Ispra)

Le nuove linee guida, 150 pagine, approvate dalla giunta, ma il testo si conoscerà solo domani con la pubblicazione ufficiale: l’abbattimento viene considerato «preferenziale», non ci saranno più catture e prigionie

TRENTO. Fugatti gli orsi «problematici» li vuole uccidere. Le nuove linee guida per la gestione dell'orso, approvate venerdì dalla giunta provinciale, aprono la strada all'abbattimento come opzione preferenziale, rispetto alla captivazione (ovvero la cattura con reclusione in luoghi come il Centro faunistico del Casteller, come avvenuto per M49, M57 e altri esemplari ritenuti pericolosi).

«La captivazione in linea di massima non si farà più - spiega Giovanni Giovannini, dirigente del Servizio foreste e fauna della Provincia, - salvo casi eccezionali».

Insomma, l'obiettivo più volte annunciato dallo stesso presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, e dall'assessora alla fauna Giulia Zanotelli, di non portare più nessun orso pericoloso al Casteller, ma di ucciderli direttamente, può prendere corpo con questo provvedimento procedurale, che rende operativa una legge provinciale approvata nel luglio del 2018, nella scorsa legislatura, che in materia di attuazione della Direttiva Habitat (disciplina delle deroghe) sull'abbattimento degli animali superprotetti come l'orso, stabilisce che il presidente della Provincia, sentito il parere di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), possa autorizzare il prelievo, la cattura o l'uccisione.

Il parere si Ispra, dunque, per legge non è vincolante, ma è chiaro che difficilmente la Provincia, pur nella sua autonomia di giudizio, nel muoversi tra i «paletti stretti» su cui Ispra ha espresso un «sostanziale parere positivo» - spiegano al Servizio foreste e fauna - potrà prescindere dalle valutazioni dei tecnici nazionali.

«Le linee guida - si spiega ancora nella delibera - fissano i casi in cui sarà possibile, in extrema ratio e a seguito di atteggiamenti ritenuti pericolosi o dannosi per l'uomo, disporre l'abbattimento di un orso. L'analisi di questi casi avverrà in maniera coerente con i criteri del Pacobace (Piano d'azione per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali), che prevede 18 atteggiamenti con differenti gradi di pericolosità (vedi tabella)».Il Pacobace - sottolinea la delibera -, rispetto agli orsi problematici, suggerisce un ventaglio di azioni possibili ed alternative fra loro, in corrispondenza di determinati comportamenti da parte dell'orso, senza specificare i criteri in base ai quali l'amministrazione provinciale sceglie di volta in volta l'azione più opportuna. E un orso viene considerato problematico non solo se attacca una persona, ma anche se segue delle persone, se cerca di entrare nelle abitazioni, anche stagionali, se si avvicina spesso ai centri abitati o provoca danni ripetuti a bestiame e agricoltura.

Da qui la volontà di chiarire nel dettaglio i casi per i quali sarà autorizzato l'abbattimento degli orsi più pericolosi o la cui coesistenza con l'uomo non sia ritenuta possibile nonostante le misure di prevenzione o di dissuasione.Il dirigente Giovannini, riguardo alla scelta della Provincia di preferire l'uccisione dell'orso problematico rispetto alla riduzione in cattività, osserva che: «Anche Ispra si è espressa con un documento dicendo che non è possibile mettere un orso problematico o pericoloso nel recinto perché non viene rispettato il benessere animale».

Le nuove linee guida individuano tre tipi di azioni, in base a quanto previsto dal Pacobace: leggere, energiche (radiocollare e cattura con successivo spostamento) e, per ultima la rimozione attraverso l'abbattimento. Sulle misure "energiche" e la soppressione dell'orso è necessario chiedere il parere a Ispra, che però non è vincolante. In via straordinaria, nel caso di un pericolo imminente, quindi per ragioni di sicurezza pubblica, il presidente della Provincia può ordinare l'abbattimento senza attendere il parere di Ispra, come sarebbe nel caso, ad esempio, di un orso che dovesse entrare nella hall di un albergo, o altre situazioni di concreto pericolo per l'incolumità delle persone.

Proprio per questo, giovedì scorso il presidente Fugatti aveva chiesto un colloquio con la ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, per parlare degli orsi pericolosi e dell'incolumità pubblica. Fugatti aveva illustrato le linee guida e anticipato alla ministra, vista la stagione estiva e l'aumento del rischio di incontri ravvicinati indesiderati, di essere pronto a firmare l'uccisione dell'orso, che eventualmente dovesse aggredire una persona, come accaduto l'anno scorso a un carabiniere ad Andalo con l'orso M57, che fu catturato e poi rinchiuso al Casteller. Con queste linee guida, sarebbe stato ucciso.

Nel documento di oltre 50 pagine viene ricordato che in Trentino gli orsi hanno raggiunto il numero di 100 esemplari e che le prospettive della popolazione sia di ulteriore crescita: si prevede che arriveranno a 129 entro il 2025. Il problema è che invece di distribuirsi lungo le Alpi restano concentrati in Trentino. 

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