Scoprire la montagna, anche senza sci. Il 12 febbraio webinar con la Sat

di Leonardo Pontalti

Mentre impiantisti e operatori del turismo, dopo la possibile riapertura annunciata per lunedì prossimo, si interrogano sulla sostenibilità economica dell'apertura degli impianti a confini regionali (e per il Trentino, stante il lockdown altoatesino, provinciali) chiusi, la Sat avvia una riflessione a tutto tondo sulla sostenibilità della frequentazione dell'ambiente montano, iniziando dalla stagione più difficile, l‘inverno. Sostenibilità ambientale, ma ancor prima comportamentale delle attività outdoor in ambiente innevato.

Lo farà attraverso un webinar, incontro on line e su Facebook, organizzato per venerdì 12 febbraio a partire dalle 18 e curato dalla Tam, la commissione per la tutela dell'ambiente montano, con il coinvolgimento delle commissioni Scuola e formazione, Escursionismo, Scuole alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera.

Ospiti e relatori saranno Luca Pedrotti (Parco Nazionale dello Stelvio) e Radames Bionda (Ente Gestore delle Aree Protette dell'Ossola).

«Stiamo vivendo un inverno senza lo sci alpino: uno sconvolgimento portato dalla pandemia assieme alle tante sfide sociali, economiche ed ambientali cui l'emergenza ci ha messo di fronte e che fino ad oggi erano state solo vagamente ipotizzate», spiega la vicepresidente della Sat, Elena Guella, che ha seguito con passione il lavoro della Tam con le altre sezioni e venerdì introdurrà il confronto: «Si tratta di una trasformazione che ci è stata imposta senza preavviso».

Al di là delle oggettive difficoltà economiche e sociali legate allo stop di un intero settore e del suo indotto, la Sat vuole porre l'attenzione su un altro aspetto della questione: l'improvvisa riscoperta delle potenzialità della montagna anche senza impianti.

«Abbiamo voluto invitare tutti a riflettere su questo punto - prosegue la vicepresidente - perché lo riteniamo cruciale per il futuro. Da anni le associazioni impegnate nella tutela dell'ambiente alpino auspicano un repentino cambio di paradigma coerente con la crisi climatica in atto e questi mesi ci hanno offerto un banco di prova affidabile di quella che in futuro sempre più potrebbe essere la montagna vissuta in inverno. In tantissimi hanno riscoperto natura, paesaggi, silenzio e la straordinaria occasione di goderne camminando, con le racchette da neve, gli sci da fondo, gli sci d'alpinismo. Allo stesso tempo, come anche la scorsa estate ha dimostrato, sono emerse tutte le criticità di una frequentazione intensa e apparentemente priva di limiti e valori. Un problema, per un territorio fragile e "finito"».

La Sat intende dunque avviare un percorso di sensibilizzazione dei frequentatori della montagna, a partire dai propri soci, nell'ambito del quale il webinar di venerdì sarà solo un primo passo: «Sentiamo la necessità di ribadire come l'approccio alla montagna richieda rispetto, attenzione, consapevolezza, responsabilità. Sempre, ma soprattutto in inverno, stagione che ne accentua le fragilità, amplifica i rischi per l'uomo e spinge le comunità faunistiche al limite della sopravvivenza. Tutti noi che abitiamo le Alpi godiamo della loro natura e della biodiversità, a maggior ragione i club alpinistici, che da sempre ne promuovono e incoraggiano la frequentazione e siamo tutti chiamati a fornire un esempio virtuoso. Il rischio, in assenza di un forte e comune impegno di sensibilizzazione, è quello di andare incontro a un ambiente invaso in ogni ambito e, inevitabilmente, impoverito, omologato e reso inadatto a qualsiasi emozione e avventura che solo le Alpi sanno ancora regalare».

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