Per i cacciatori il Covid non esiste: la Lav contro le "regole particolari" degli enti locali

"Se c'è una cosa che, in piena pandemia da Coronavirus, la stagione venatoria 2020/21 ha chiaramente evidenziato è quanto le Regioni siano assoggettate alle pretese dei cacciatori e quanto siano del tutto disponibili ad assecondarle, anche mettendo a rischio la salute dei cittadini". Con queste parole la LAV commenta la stagione di caccia che si chiuderà domenica prossima.

Secondo Lav, le restrizioni per il coronavirus "sono state rispettate da ogni categoria, con l'unica eccezione dei cacciatori. La gran parte delle Regioni - Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania, Molise, Puglia, Calabria, Sardegna - ha escogitato ogni possibile stratagemma amministrativo pur di consentire ai cacciatori di poter praticare la loro sanguinaria passione, in deroga alle limitazioni imposte agli spostamenti. Tutto ciò nonostante le chiare indicazioni del Governo, riportate anche nella pagina web dedicata alle FAQ sui contenuti dei provvedimenti anti-Covid, dove è esplicitamente riportato che le limitazioni alla mobilità dei cittadini riguardano anche i cacciatori".

"È scandaloso che buona parte delle Regioni, e Province Autonome, che sono gli enti responsabili dei servizi sanitari offerti ai cittadini, abbiano deliberato la libera circolazione dei cacciatori - dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV Area Animali Selvatici - in piena violazione delle disposizioni governative, rischiando di favorire così la circolazione del virus Covid-19, mettendo quindi a rischio la salute dei cittadini".

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