Raccolta di fondi per il rifugio Pian dei Fiacconi distrutto da una valanga sulla Marmolada Devastata anche la stazione della cabinovia

Al via una raccolta fondi per ricostruire il rifugio Pian dei Fiacconi, in Marmolada, distrutto tre giorni fa da una valanga distaccatasi da Punta Penia. 

Per chi volesse donare, è stato messo a disposizione un Iban: IT64I0585635220077571457626, intestatario GUIDO TREVISAN e causale "Rifugio Pian dei Fiacconi".

La raccolta è patrocinata dal Soccorso alpino e speleologico nazionale.

Quando è avvenuto il fatto, la struttura era chiusa per il riposo stagionale, in attesa della ripartenza, prevista per inizio febbraio. La slavina aveva anche provocato danni ingenti alla stazione a monte della funivia, che però è stata dismessa circa un anno fa.

«Il nostro obiettivo principale è ripartire nel rispetto dell’ambiente. Lo era prima con le piccole e grandi scelte quotidiane, lo sarà domani con un impegno ancora più profondo», scrive su Facebook il gestore Guido Trevisan annunciando l’avvio della raccolta fondi. «Martedì era come quando ti trovi in montagna con gli sci, in mezzo alla nebbia.

Marmolada, valanga devasta il rifugio Pian dei Fiacconi

Non sai dove andare, non vedi niente, non sai neppure se sei fermo o ti stai muovendo, ti gira la testa e ti viene da vomitare. Ti fermi e ti guardi attorno per cercare un punto di riferimento che ti aiuti a stare in equilibrio.Grazie a tutti, grazie a voi ho trovato il punto di riferimento e ora vediamo di ripartire».

La enorme valanga ha devastato anche l' impianto di risalita nei pressi del rifugio.

Distrutta, in particolare (foto qui sopra), l'intera stazione a monte della bidonvia Pian dei Fiacconi, una risalita storica(ex Graffer) per portarsi in quota dal lato trentino del passo Fedaia (da quello bellunese, come noto, sale in tre tronchi la funivia fino in cima al ghiacciaio).

L'impianto Pian dei Fiacconi, acquistato tre anni fa da imprenditori gardenesi, era in disuso ma con possibilità di revisione generale per dieci anni di vita tecnica.

Lo scorso anno era rimasto chiuso.

La stazione a monte della cestovia non aveva uno "scivolo" a monte: il fronte della valanga ha così colpito il muro verticale abbattendolo e piegando verso valle il sistema di agganciamento delle funi. Un blocco di oltre una tonnellata è stato piegato come fosse fil di ferro dalla violenza della spinta.

Nella foto qui sotto, sulla destra, il sistema di agganciamento completamente divelto e sepolto dalla neve.

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