Con il lockdown mondiale tanta plastica in più: è allarme per i mari

Mari e oceani ospitano l’80% delle specie viventi, animali e vegetazione marina che popolano le acque di tutto il mondo. Non solo rappresentano la fonte di sostentamento e di vita per milioni di persone sul nostro pianeta, ma da qui deriva ben il 50% dell’ossigeno che respiriamo. Un patrimonio inestimabile - celebrato nella Giornata degli Oceani l’8 giugno - la cui sopravvivenza deve essere una delle priorità ambientali ma che ad oggi, nonostante le continue campagne di sensibilizzazione, è fortemente minacciato da un pericolo sempre più allarmante: la plastica.

Quanta plastica usa-e-getta consumiamo mediamente ogni giorno lo abbiamo realizzato in modo ancora più evidente nel periodo di lockdown: in tre mesi trascorsi in casa 24 ore su 24 abbiamo concentrato tra le mura domestiche tutti i nostri consumi toccando con mano quanta plastica viene gettata ogni giorno: dalle confezioni di frutta e verdura agli imballaggi di ogni genere alimentare, dai flaconi dei detergenti alle bottiglie d’acqua di cui abbiamo aumentato sensibilmente il consumo domestico.

Sulla piattaforma online WaterBattle, di Culligan un simulatore permette di misurare il proprio impatto ambientale proprio a fronte del consumo medio di bottiglie di plastica e del conseguente consumo di petrolio e di emissioni di CO2 aumentati a causa del maggiore tempo trascorso in casa. Nei tre mesi passati dall’inizio dell’emergenza coronavirus, una famiglia media di 4 persone, con un consumo medio giornaliero 2 litri di acqua (quantità consigliata) ha utilizzato ben 474,5 bottiglie da 1,5 l, pari a 18 kg di plastica.

Questa scelta ha comportato l’impiego di 34,2 kg di petrolio utilizzato per la realizzazione del PET e 60,5 kg di CO2 frutto della produzione e del trasporto di questo quantitativo di bottiglie. Una famiglia di 3 persone, invece, ha consumato ben 356 bottiglie in PET da 1,5 litri in tre mesi, pari a 13,5 kg di plastica, 25,7 kg di petrolio e 45,4 kg di CO2.

Da marzo a giugno, l’aumento del consumo casalingo di acqua in bottiglia causato dal lockdown ha rappresentato un peso anche sul bilancio economico delle famiglie, pari a 219€ per i nuclei familiari di 4 persone e di 164,25€ per quelli con 3 componenti.

In un mondo in cui diventa sempre più cruciale adottare stili di vita eco-friendly, privati, aziende, organizzazioni e amministrazioni sono le prime ad avere la responsabilità di intraprendere azioni concrete per ridurre il proprio impatto ambientale. Riattivare al più presto le buone pratiche di consumo plastic-free adottate negli ultimi anni, sia in ambito lavorativo che casalingo è una priorità nel momento in cui durante la fase più dura della pandemia sono state in secondo piano rispetto alla sicurezza. Ridurre l’inquinamento da plastica è una priorità assoluta per salvare i nostri mari, fortemente inquinati da questo materiale. Tutto il monouso richiesto per la sicurezza rischia di farci tornare indietro è l’allarme lanciato dagli ambientalisti.

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