«Giornata mondiale delle api» Dai diserbanti al clima ecco cosa minaccia la specie

Oggi è la Giornata Mondiale delle api, istituita nel 2017 dall’Assemblea delle Nazioni Unite con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo fondamentale delle api e degli impollinatori che troppo spesso non vengono considerati nonostante la loro enorme importanza nella catena alimentare e nell’equilibrio ambientale.

Questi insetti infatti sono molto più importanti di quel che si pensi, e sono sempre più minacciati ed in pericolo, mettendo a rischio il fenomeno dell’impollinazione che permette al mondo dell’agricoltura di proseguire negli anni.

Una data che quest'anno si può celebrare firmando l'Iniziativa dei Cittadini Europei (Ice) "Save Bees and Farmers! Verso un'agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano". L'Ice è una proposta di direttiva europea di iniziativa popolare: viene presentata al parlamento europeo se raggiunge un milione di firme in almeno 7 Paesi dell'Unione. L'iniziativa è promossa anche da Cambia la Terra, il progetto voluto da FederBio e sostenuto da Legambiente, Lipu, Medici per l'ambiente e Wwf.

La richiesta dell'Ice è eliminare completamente i pesticidi di sintesi dai campi entro il 2035, partendo dalle sostanze più pericolose, con un primo step dell'80% al 2030. Si chiede anche di ripristinare gli ecosistemi naturali nelle aree agricole, perché l'agricoltura possa diventare una forza motrice per il recupero della biodiversità. L'Ice propone di riformare il settore, dando priorità all'agricoltura biologica e di piccola scala, diversificata e sostenibile.

Le api sono sempre più minacciate dai pesticidi, dall'inquinamento e dai cambiamenti climatici. In Europa, è a rischio estinzione una specie su dieci. Eppure, le api garantiscono la riproduzione del 78% delle specie di fiori selvatici e dell'84% delle specie coltivate nell'Unione Europea.

Gran parte della frutta e delle verdura consumata nel Vecchio Continente dipende dalle api. Il loro declino ha quindi una diretta conseguenza anche sull'economia: la produzione agricola europea resa possibile grazie agli impollinatori vale 15 miliardi di euro all'anno.

 

 


IL MONITO DI APIVAL

Anche in Valsugana gli apicoltori riuniti, da Pergine al Primiero, nell’associazione Apival (che dopo 11 anni conta oltre 400 soci) vogliono focalizzare l’attenzione su questa giornata proprio con l’intenzione di sensibilizzare le comunità sulla salvaguardia delle api, che anche nel nostro territorio sono sempre e comunque minacciate, se non da avverse condizioni climatiche sempre più imprevedibili dall’uomo stesso.

«L’annata 2019 - spiega Christian Martinello, del direttivo Apival - è stata la peggiore di sempre per il settore apistico, per un inverno mite nel quale le api non si sono fermate e sono arrivate a primavera con famiglie molto popolose successivamente stroncate da un maggio freddo e piovoso. Le scarse produzioni che noi apicoltori siamo riusciti ad ottenere le abbiamo avute in montagna durante l’estate. Nel 2020 la situazione è diversa: gli alveari si sono sviluppati precocemente e le prime fioriture di ciliegio e tarassaco non hanno dato molto nettare alle api per via della siccità. Ora, viste le piogge arrivate in questi giorni, confidiamo nella fioritura della robinia che per noi apicoltori è una delle più importanti dal punto di vista produttivo».

I problemi che mettono a repentaglio la sopravvivenza delle api stesse sono purtroppo i comportamenti dell’uomo, che tratta con pesticidi e diserbanti le fioriture nel periodo dell’impollinazione, causando vere e proprie stragi: «Nella primavera - prosegue Martinello - come sempre abbiamo riscontrato alcuni diserbi effettuati nei frutteti con delle essenze fiorite presenti nella striscia interessata dal trattamento. Questo atteggiamento, oltre che essere vietato dalla legge, dimostra una scarsa sensibilità verso organismi importantissimi per l’ambiente in cui viviamo. Gli avvelenamenti ci sono (anche se i trattamenti insetticidi, acaricidi e diserbanti sono vietati in fioritura, ndr) e purtroppo non sono sempre evidenti. Ci auguriamo di riuscire ad instaurare una collaborazione ed uno scambio sempre più efficaci con le cooperative e con i contadini al fine di rispettare le necessità di tutti».

«Le api servono agli agricoltori come le fioriture primaverili servono agli apicoltori - aggiunge la presidente Apival Elena Belli - ma nonostante esista una legge che regolamenta i trattamenti molto spesso non si prendono in considerazione le fioriture sotto o vicino ai frutteti oppure l’orario nel quale i trattamenti vengono fatti. Sono ancora ottimista e credo che il dialogo ed il confronto siano più costruttivi dell’irrigidirsi su posizioni estremiste, sarebbe auspicabile una presa di coscienza. L’importante è che l’agricoltore stesso diventi più sensibile al problema e che vengano coinvolti anche gli agricoltori esterni alle cooperative e gli hobbisti».

Una canzone di Sergio Endrigo diceva che «per fare tutto ci vuole un fiore», ma senza un’ape che effettua l’impollinazione tutto diventa molto più difficile.

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