Canili, veterinari e altro Gli animali in città nel 2018 sono costati 221 milioni

Nel 2018 gestire gli animali nelle città è costato in Italia circa 221 milioni di euro, dei quali circa 177 ai Comuni e 44 alle aziende sanitarie locali. Modena, Prato e Verona sono stati i Comuni più virtuosi mentre le Ausl Toscana centro e Modena, con la Asl Napoli 1 Centro si sono distinte per i servizi veterinari più efficienti. È quanto emerge dal rapporto ‘Animali in città 2019’ di Legambiente presentato a Napoli.

Il dossier, giunto alla ottava edizione, si basa su dati forniti dalle amministrazioni comunali (1.162 questionari completi, circa il 15% di tutti i comuni d’Italia) e dalle aziende sanitarie (45 questionari completi, il 39,5% del totale) ed evidenzia «un trend positivo» ma con un quadro «disomogeneo rispetto alla spesa totale».

Per Antonino Morabito, responsabile nazionale fauna e benessere animale di Legambiente «ancor più se si considera che i Comuni dichiarano di spendere il 58% del bilancio destinato al settore per la gestione dei canili rifugio, circa 102 milioni di euro della spesa stimata per il 2018».

Dal rapporto emerge inoltre che il Comune di Verona è quello che, a fronte di servizi di qualità, registra la spesa minore (1,43 euro a cittadino); tra i comuni che spendono di più ma con servizi scarsi c’è Montalbano Jonico (Mt): 30,34 euro a cittadino solo per gestire i cani in canile. Il 66% dei Comuni dichiara di avere uno sportello (ufficio o servizio) dedicato ai diritti degli animali in città (95% per i Comuni capoluogo)e il 16% dei Comuni (l’88% per i Comuni capoluogo) di avere un canile sanitario. Situazione peggiore per i gattili sanitari, presenti nel 6% dei Comuni e nel 36% dei Comuni capoluogo. Solo l’11% è in contatto con un centro di recupero per animali selvatici.

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