Uno studio medico conferma: il «bagno di foresta» riduce ansia e stress nei pazienti

Camminare nei boschi riduce i livelli di ansia e stress, sia quelli derivanti dal momento (ansia di stato) che quelli percepiti abitualmente (ansia di tratto). Inoltre, per quanto riguarda l’ansia abituale, il beneficio è maggiore in quei partecipanti più predisposti ad avere reazioni abituali di minaccia e paura a stimoli esterni.

Questi i risultati a cui è giunto uno studio pilota sugli effetti del «bagno nella foresta» (che i giapponesi chiamano Shinrin-yoku, ed utilizzano da anni per la cura di pazienti psichiatrici) e che ha riguardato 58 soggetti che si sono sottoposti a un questionario e alla rilevazione di alcuni parametri (pressione arteriosa e frequenza cardiaca) e che facevano parte di escursioni organizzate dal Club alpino italiano, sezione Abruzzo.

Lo studio è stato condotto da Patricia Giosuè, psichiatra dell’Uoc di Salute Mentale «Terre del Cerrano» della Asl di Teramo, in collaborazione con Silvia D’Angelo, psicologa volontaria, e Osvaldo D’Andrea, responsabile medico della Commissione Cai Abruzzo. Il test è stato effettuato nel territorio del Cerrano, in una lingua di territorio che dal mare arriva fin nell’entroterra dove la provincia di Teramo incrocia quella dell’Aquila e di Pescara. Il prossimo 28 luglio altra tappa dello studio per allargare il campione.

«Il campione è espressione di una popolazione generale interessata alla passeggiata - evidenzia all’Ansa la dottoressa Giosuè, 46 anni di Avezzano (L’Aquila) - dove è possibile riscontrare anche disturbi di salute mentale comuni (disturbo d’ansia generalizzato, panico, reazioni da stress o adattamento) magari in fase di compenso».

Viene registrata l’ansia al momento della compilazione del questionario (ansia di stato), e quella di quanto si pensa di essere ansiosi, cioè di tratto. In entrambe le forme «dove i punteggi erano alti, si abbassavano».

Ma che tipo di cura può esserci in un bosco? «I vantaggi per l’organismo - afferma la psichiatra - sembrano essere diversi: diminuzione della pressione arteriosa e riduzione della frequenza cardiaca, diminuzione dei livelli di ansia e stress, prevenzione e cura di alcune malattie, come l’ipertensione».

Il poster dello studio è stato presentato alla comunità scientifica all’Aquila in occasione di un convegno nazionale patrocinato dall’associazione mondiale per la riabilitazione psichiatrica. Dei 58 soggetti sottoposti a questionario, 22 erano uomini e 36 donne con un’età media del gruppo di 45 anni.
I dati completi riguardano 38 soggetti di cui 21 con ansia di tratto medio bassa e 17 medio alta.

Osservando le medie lo studio rileva che l’ansia di stato subisce una significativa deflessione. Il t-test evidenzia una differenza significativa anche per l’ansia di tratto che diminuisce dopo la passeggiata, seppure in misura minore rispetto a quella di stato. I livelli di tensione soggettiva si abbassano dopo la passeggiata nel bosco in modo significativo nei soggetti con maggiore predisposizione all’ansia.

«Furono gli scienziati giapponesi a coniare nel 1982 il termine Shinrin-yoku, che letteralmente significa “bagno di foresta” - conclude Giosuè - proprio per indicare la pratica terapeutica di camminare nei boschi». Su tutto, secondo Patricia Giosuè, «gli stili di vita che a tutt’oggi rappresentano i maggiori determinanti di salute riconosciuti dalla comunità scientifica».

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