Passa in consiglio provinciale il ddl su gestione di lupi e orsi

È stato approvato dal Consiglio provinciale di Trento il disegno di legge proposto dalla Giunta, con l’assessore Michele Dallapiccola, che prevede la gestione autonoma da parte della Provincia di orsi e lupi presenti sul territorio trentino. Il ddl prevede la cattura e l’eventuale abbattimento di esemplari problematici che siano rischiosi per l’uomo e per il sistema alpicolturale montano.

Il documento è stato approvato con 25 voti a favore, compresi gli assessori del Pd e il presidente Dorigatti, e 6 astenuti: gli altri esponenti del Pd e Manuela Bottamedi (Fi). L’unico voto contrario è stato di Filippo Degasperi (M5s). Non ha invece partecipato al voto Claudio Cia (misto).

LE REAZIONI

Legambiente «ribadisce il giudizio totalmente negativo su una legge che, di fatto, non porta novità concrete, giacché prevede, come doveroso, il parere dell’Ispra e le procedure della Direttiva Habitat, ma diffonde un clima di allarme verso i predatori, anziché fare corretta informazione. E’ vero che il ritorno dei grandi predatori pone gli agricoltori davanti a nuove sfide di adattamento nella gestione delle attività, sfide non facili. Tuttavia, nel conflitto con gli allevatori, la carta vincente per una convivenza accettabile è la prevenzione. Per questo motivo Legambiente ha attribuito alla provincia di Trento (e a quella di Bolzano) la “bandiera nera” nell’ambito della Carovana delle Alpi 2018».

Dura la reazione della Lav, che ha diramato questa nota:

«È stato approvato oggi il disegno di legge di iniziativa della Giunta Provinciale di Trento, con il quale l’Amministrazione toglie al Ministro dell’Ambiente la gestione delle deroghe al regime di protezione di lupi e orsi, imposto dalla Direttiva Habitat. Un analogo provvedimento – praticamente identico – è all’ordine del giorno del Consiglio Provinciale di Bolzano.

La nuova legge afferma che il Presidente della Provincia, di propria esclusiva iniziativa, e una volta acquisito il parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), potrà autorizzare il prelievo, la cattura o l’uccisione di lupi e orsi. Peccato che la Direttiva Habitat imponga uno stringente regime di protezione delle due specie al quale solamente gli Stati Membri – e non le singole Regioni o Province, per quanto autonome – possono derogare.

Il provvedimento appena approvato configura quindi un grave conflitto, sia nei confronti della citata Direttiva Habitat, sia verso il Decreto del Presidente della Repubblica 357/97, che dispone l’attuazione della Direttiva stessa, individuando esclusivamente il Ministro dell’Ambiente quale responsabile.

“Il nostro ufficio legale ha predisposto una lettera che nelle prossime ore sarà inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa – afferma Massimo Vitturi, responsabile LAV Area Animali Selvatici – Siamo certi che la legge provinciale sarà impugnata davanti alla Corte Costituzionale, perché questo Governo non farà passare dalla finestra ciò che il precedente Ministro Galletti aveva tentato, per ben due anni, di far entrare dalla porta, e che solo le proteste dei cittadini, delle associazioni e la contrarietà della stragrande maggioranza delle Regioni, erano riusciti a bloccare”.

Lo stesso Ufficio Legale della Provincia di Trento, prima dell’approvazione del provvedimento, aveva messo in guardia il Consiglio affermando che “è dubbio che quest’ultimo supererebbe lo scoglio di un contenzioso costituzionale”. Pur utilizzando un linguaggio molto misurato era chiaro che a giudizio dei giuristi trentini i contenuti della legge appena approvata sono semplicemente incostituzionali. Circostanza riportata anche in Aula, dal Presidente Consiglio provinciale Bruno Dorigatti.

E a poco vale affermare che per poter giungere all’uccisione di lupi e orsi sarà necessario ottenere il parere dell’ISPRA (l’istituto scientifico del Governo), perché la legge non dispone il rispetto di tale parere, accontentandosi della sua “acquisizione”, che evidentemente non comporta alcun obbligo di rispetto.

A breve la parola passerà dunque alla Corte Costituzionale, ma anche alla Commissione Europea, che sarà chiamata ad aprire una procedura d’infrazione nei confronti dello Stato italiano per violazione della Direttiva Habitat, a causa della decisione trentina, i cui pesanti effetti di carattere economico – salatissime multe che si incrementano quotidianamente – ricadranno su tutti i cittadini italiani.

A tutela delle tasche dei cittadini italiani chiameremo in causa i singoli consiglieri provinciali di Trento, che con il loro voto hanno consentito l’approvazione della legge (con 26 voti favorevoli, 1 contrario, 6 astenuti): è di pochi giorni fa, infatti, la sentenza emessa dalla Corte dei Conti con la quale sono stati condannati in Appello l’ex Presidente della Provincia di Bolzano, Alois Durnwalder, e Heinrich Erhard, allora direttore dell’ufficio caccia e pesca, per danni erariali per un importo superiore al milione di euro, in relazione ad uccisioni di specie protette da direttive europee e da norme nazionali.

“Ancora una volta la politica, invece di dare risposte concrete e sostenere le legittime preoccupazioni dei cittadini, ha deciso di dare voce alle frange più estremiste degli allevatori che vorrebbero un territorio sterilizzato dalla presenza di qualsiasi animale che possa in qualche misura interferire con le loro attività – conclude Vitturi – un’aberrazione che non può trovare legittimazione solo perché fra qualche mese la Provincia Autonoma andrà a elezioni”».

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