«Il blocco dei diesel da noi non serve» Gilmozzi: «Situazione diversa da Bolzano»

Sopra Salorno, la Provincia di Bolzano, in accordo con i Comuni, ha deciso di far scattare il divieto di circolazione degli Euro 3 dal gennaio 2019, per allargarlo poi agli Euro 4 e 5. Troppi gli sforamenti degli inquinanti, in particolare del biossido di azoto (NO2), causati dal traffico. Valori fuori limite lungo l’A22 e nelle strade più trafficate di Bolzano, Merano, Bressanone e Laives. Un pacchetto di misure puntuali sarà definito entro un mese.

E in Trentino saranno adottate analoghe limitazioni? «No, in questo momento da noi non è necessario adottare tale divieto» risponde Mauro Gilmozzi , assessore all’ambiente e alle infrastrutture della Provincia di Trento «ma non vuol dire che non si possa farlo in futuro, anche perché c’è oggi una tendenza europea a mettere fine al Diesel. Noi non siamo nella situazione di Bolzano, a parte gli sforamenti in via Bolzano a Trento e lungo l’A22. E per le PM10 e PM2.5 c’è stata una diminuzione sensibile: sono sotto controllo. Non si può per altro dire che bloccare le auto sia una misura risolutiva».

Il nuovo Piano di tutela.
Il Piano di tutela della qualità dell’aria, che la Provincia di Trento ha in corso di adozione definitiva («contiamo di approvarlo entro maggio» dice Gilmozzi) affronta tutti i settori impattanti: civile energetico; trasporti e mobilità sostenibile; produttivo-industriale; agricoltura-allevamento; comunicazione, informazione, formazione ed educazione ambientale. E per ciascun settore individua azioni specifiche. La tabella a fianco mostra l’impatto delle principali sorgenti inquinanti, mettendo in evidenza il «peso» del trasporto su strada e dei veicoli Diesel in particolare.

Via Bolzano oltre i limiti.
Il decreto legislativo 155/2010 fissa per il biossido di azoto un valore limite di 40 microgrammi per metro cubo (µg/m³) di concentrazione annua e un valore limite orario di 200 µg/m³ da non superare più di 18 volte all’anno. Il valore limite è superato nella stazione di traffico collocata in via Bolzano a Trento. Dal 2008 non ha mai ecceduto i 18 superamenti annui, ma preoccupa il fatto che nel 2016 la quota 18 sia stata raggiunta. La Provincia aveva ottenuto una proroga dei termini all’1 gennaio 2015 per rientrare nei limiti dalla Commissione europea. Il problema è che anche negli anni 2015, ‘16 e ‘17 la media annua è stata superiore ai 40 µg/m³. Anche la Provincia di Trento, come quella di Bolzano, rischia l’apertura della procedura di infrazione. Gilmozzi si dice però tranquillo su questo fronte: «Le sanzioni scattano se non si adottano tutte le misure e le tecnologie necessarie per mitigare e contenere le emissioni nocive. Che è quello che noi stiamo facendo, a cominciare dalle misure a sostegno della mobilità elettrica e dal rinnovo dei bus per il trasporto pubblico».

Anche l’autostrada «fuorilegge».
Una delle criticità maggiori è rappresentata dall’autostrada. Dal 2008, una stazione di monitoraggio piazzata a Ischiaforana di Avio e gestita dall’Appa (Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente) monitora l’impatto del traffico di A22. La stazione non ha mai rilevato concentrazioni medie orarie di NO2 sopra il limite di 200 µg/m³, ma la media annua è costantemente fuori limite di 40 µg/m³: dai 70 µg/m³ del 2009 ai 57 del 2015, ai 53 del 2016. L’intero corridoio del Brennero, dal Trentino a Kufstein, con l’A22 e le autostrade austriache A13 e A12, in ogni stazione di rilevamento (da Avio a Gäberbach, passado per Egna, Chiusa, Kundl e Vomp) è «fuorilegge» per il biossido di azoto.

Il test del BrennerLEC.
In attesa del rinnovo della concessione autostradale e di tariffe di pedaggio che disincentivino il transito dei mezzi più inquinanti, e della concretizzazione dei progetti di potenziamento dell’interporto di Trento nord per la RoLa e l’incremento delle merci su rotaia, è in corso il progetto BrennerLEc (Brenner lower emissions corridor) di cui è capofila Autobrennero spa, che prevede l’implementazione sperimentale della «gestione dinamica del traffico autostradale», per ridurre sia l’impatto degli inquinamenti in atmosfera, sia il rumore dei mezzi in transito. Del progetto quinquennale, avviato nel 2017, sono partner di A22 l’Appa di Bolzano, l’Appa di Trento, Cisma srl, IDM Südtirol e Università di Trento. Un aspetto innovativo è l’utilizzo di un modello previsionale delle condizioni meteo, ambientali e viabilistiche, per una gestione dinamica e intelligente dei flussi, anche con la riduzione della velocità da 130 a 100 km orari per i veicoli leggeri. L’obiettivo è una riduzione fino al 40% delle emissioni per i veicoli leggeri e fino al 60% per quelli pesanti nei 90 km da Bolzano Nord a Rovereto Sud e anche del 25% degli ossidi di azoto delle emissioni delle autovetture nel tratto di 20 km da Egna a San Michele all’Adige. In maggio, ci sarà un primo bilancio della sperimentazione.

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