Coldiretti: in 25 anni l'Italia ha perso il 28% del suolo coltivato

Se in alcune aree specifiche del territorio l'agricoltura intensiva occupa molto spazio anche in termini di percentuale del suolo disponibile, in altre è sensibile il regresso, con una dato medio nazionale allarmante.

"Negli ultimi 25 anni l'Italia ha perso oltre un quarto della terra coltivata (-28%) per colpa della cementificazione e dell'abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia ad appena 12,8 milioni di ettari". È quanto afferma Coldiretti in occasione della Giornata della Terra.

"La disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità, sicurezza alimentare e ambientale per i cittadini nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico - prosegue Coldiretti - Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici, con precipitazioni sempre più intense e frequenti che il terreno non riesce ad assorbire".

"Il risultato - continua Coldiretti - è che sono saliti a 7145 i comuni italiani, ovvero l'88,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni. L'agricoltura e l'allevamento segnano in modo indelebile il paesaggio italiano nelle diverse stagioni. Un valore aggiunto di armonia e bellezza per l'Italia che rappresenta anche un elemento di attrazione turistica distintivo del Belpaese".

"Per proteggere la terra e i cittadini che ci vivono, l'Italia - conclude Coldiretti - deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell'attività agricola".

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