Durnwalder e la caccia La Lac critica la sentenza

La Lega per l'abolizione della caccia (Lac) torna criticamente sulla vicenda giudiziaria legata ad alcuni decreti della Provincia di Bolzano, reiterati per anni e poi annullati dal Tar, con i quali si consentiva la caccia a stambecchi e marmotte.

«La Procura contabile di Bolzano - scrive la Lac in una nota - aveva quantificato in circa un milione e mezzo di euro, il danno ambientale cagionato dall’ex Presidente della Provincia/Landeshauptmann Luis Durnwalder e dall’ex capo dell’ufficio caccia e pesca della Provincia Heinrich Erhard per aver firmato una serie di provvedimenti che autorizzavano l’abbattimento in deroga di animali cacciabili e anche di specie protette.

Erano state ammesse al procedimento le associazioni Lac e Lav (Lega antivivisezione), rappresentate rispettivamente dagli avvocati Monica Bonomini e Mauro De Pascalis. 

La Corte dei conti di Bolzano ha stabilito che Durnwalder ed Erhard dovranno rimborsare la Provincia di Bolzano di 6.192 euro a testa.

La Corte ha dunque respinto la richiesta risarcitoria avanzata dalla Procura per quanto riguarda il cosiddetto “danno diretto”, mentre ha condannato Durnwalder ed Erhard per quanto riguarda il “danno indiretto”, relativo alle pronunce del Tar regionale, con una cifra considerevolmente inferiore rispetto a quella ipotizzata in un primo momento.

È stata respinta la relazione a difesa dell’ex sindaco di Bolzano e ora direttore dell’ufficio caccia e pesca Luigi Spagnolli.

L’azione legale ha avuto come esito una condanna anche se a pochi spiccioli e non è stato riconosciuto l’enorme danno alla fauna selvatica procurato dalle scelte arbitrarie e discutibili di entrambi i soggetti indicati.

Una piccola condanna e un piccolo rimborso sono certamente meglio di nessuna condanna e nessun rimborso e possono costituire un inizio ma a nostro parere, con questa insignificante condanna, si è persa l’occasione per dare finalmente il segnale della legalità ripristinata; a non disporre, come in un feudo medievale, delle concessioni dei diritti di caccia; del diritto della fauna selvatica a svolgere indisturbata il proprio ciclo vitale nei territori che hanno occupato da sempre», conclude la Lac.

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