Idroelettrico, si potrà usare più acqua nei fiumi Accordo fra Provincia e Hydro Dolomiti Energia

La questione dell'acqua in provincia di Trento sta sollevando la reazione di amministratori, enti e associazioni interessate.

Al centro del dibattito il rilascio di acqua nei fiumi legato alle concessioni idroelettriche. Nel 2000 la Provincia di Trento fu la prima in Italia a spendersi per una maggiore salvaguardia dei fiumi decidendo di rilasciare più acqua rispetto allo sfruttamento idroelettrico: dal 2000 al 2009 sono state condotte una serie di sperimentazioni rilasciando quantitativi sempre maggiori, poi nel 2009 la Provincia chiese ai grandi derivatori un rilascio di 4,8 litri al secondo per chilometro quadrato, innalzando fortemente la soglia del Dmv (Deflusso MinimoVitale), cioè quel quantitativo di acqua che deve necessariamente essere rilasciato, a valle di un opera di presa, per garantire ed assicurare la sopravvivenza delle comunità biologiche acquatiche, la salvaguardia del corpo idrico e in generale di tutte quelle attività che riguardano il fiume, dalla pesca all'irrigazione.

Per capire la portata della cosa, nelle altre province questo valore si attesta attorno ai 2 litri per chilometro quadrato. Sulla questione è intervenuto però di recente un accordo fra la Provincia e Hydro Dolomiti Energia, definito dalla delibera 1798 del 14 ottobre scorso, che interviene sul dmv da alcune opere di presa di grandi derivazioni idroelettriche. Accordo che prevede la diminuzione dei rilasci per favorire una maggiore produzione di energia da parte di Hde. L'accordo è passato in sordina e in questi giorni il tour dell'assessore Mauro Gilmozzi per esporlo nei territori interessati, iniziato a Tione, in Giudicarie, è stato fortemente contestato.

«Molti sindaci come me ? interveniva la scorsa sera Ketty Pellizzari, sindaca di Valdaone - hanno rilevato che i monitoraggi per valutare la qualità del fiume in caso di rilasci inferiori dovrebbero essere fatti da personale scelto dalle amministrazioni locali e non da Hde, per il principio di non avere un controllato che è anche controllore visto che Hde è provinciale. Vorrei anche sapere chi porterà avanti gli interventi ambientali e abbiamo infine tutti chiesto maggiori approfondimenti perché di fatto non sapevamo nulla prima di oggi».

Dopo la riunione in Giudicarie dove la concentrazione di sfruttamento idroelettrico è la maggiore della provincia e gli investimenti in pesca, turismo e attività sportive sui fiumi sono proliferati in questi anni di rilasci abbondanti, oggi anche il Parco Adamello Brenta è intervenuto sulla questione bocciando la decisione di diminuire i rilasci. «Una decisione ? ha detto il presidente del Parco Joseph Masè - in contrasto con quanto finora fatto di positivo nella conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale e della risorsa acqua.

Quantomeno per quel che concerne l'area Parco, il "bilanciamento degli interessi" debba propendere per quelli a difesa del territorio e non per quelli di carattere economico delle singole società, in questa fattispecie quelle idroelettriche». Davanti ad una contestazione che monta, Mauro Gilmozzi rallenta i tempi e fa un mezzo passo indietro: «In questo momento abbiamo approvato un protocollo con Dolomiti Energia che riguarda alcune grandi centrali idroelettriche.

Questo processo ha riguardato l'aspetto quali-quantitativo dell'acqua ma non quello paesaggistico e del coinvolgimento del territorio. Un problema che è stato evidenziato e sul quale devo dare ragione: è mancato un processo partecipativo che ci impegniamo a fare affrontando le problematicità con i territori anche integrando o modificando la delibera, e rinviando l'attuazione del protocollo in primavera».

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