Trentino, aumentano i cani randagi l'appello dell'associazione Arcadia

L’associazione Arcadia lancia l’allarme sul randagismo anche in Trentino con cani fatti arrivare dal sud senza chip né documenti.

Negli ultimi sei mesi, l’associazione, che gestisce il canile di Rovereto, comunica di aver recuperato 36 cani senza chip.

Nello stesso periodo dello scorso anno i casi furono appena 10. Il gran numero di recuperi si concentra nelle località di Brentonico, Baselga di Pinè, Mori e Sega di Ala.

«Spesso sui social network si punta sulla pietà: si mostrano cani in situazioni insostenibili e si spinge all’adozione.

Spesso, però, l’amore sfrenato per gli animali non è accompagnato da professionalità e rispetto della legge. Pochi sanno che è stato costruito un vero e proprio business da persone che chiedono contributi volontari», sottolinea il presidente di Arcadia, Pierluigi Raffo (nella foto insieme a uno degli animali ospiti della struttura roveretana).

«La normativa, integrata dall’ultimo accordo Stato-Regioni - aggiunge Raffo - stabilisce che gli animali trasportati da una regione all’altra debbano essere accompagnati dall’Allegato A: un documento che riporta provenienza, destinatario, vaccinazioni effettuate, esito dei controlli per ehrlichia, richeziosi, leishmania e filaria.

Ancora: dati e autorizzazione sanitaria del mezzo di trasporto, numero di targa, nome del conducente, data e durata del transito. Il documento deve essere munito di timbro dell’azienda sanitaria di ricevimento. Chi prende cani o gatti via internet dovrebbe verificare la presenza di questo documento».

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