Caccia, deroga per Trento e Bolzano Decideranno le specie cui sparare

«Le Province autonome di Bolzano e Trento potranno disporre, per periodi determinati, variazioni dell’elenco delle specie cacciabili e stabilire, d’intesa con il ministro dell’ambiente, delle deroghe alla legge nazionale».

Lo riferisce il senatore della Svp, Karl Zeller, citando la norma d’attuazione approvata dalla commissione dei dodici che verrà trasmessa al consiglio dei ministri per il varo definitivo.

«Le Province potranno disporre delle variazioni dell’elenco delle specie cacciabili soltanto se ci siano delle valide motivazioni scientifiche, sussistano delle determinate condizioni e vengano rispettate specifiche procedure», spiega Zeller.

La norma prevede peraltro il silenzio-assenso dello Stato trascorsi i trenta giorni dalla richeista avanzata dalle Province autonome. Una delle specie in questione sarà quasi sicuramente la marmotta, classificate tra quelle protette ma già vittima di una contestata attività venatoria che le autorità sudtirolesi motivano con i danni ai prati da pascolo che sarebbero provocati dal naturale comportamento di questo animale, per esempio scavare cunicoli.

La caccia alla marmotta è duramente contestata dalle associaizoni animaliste e nel settembre scorso il Tar di Bolzano ha sospeso la delibera della Provincia di Bolzano sull’abbattimento di quasi mille marmotte, accogliendo un ricorso Lav, la Lega antivivisezione.

Ora le maglie normative si allentano per rendere più semplici le procedure di abbattimento, con probabile nuove contestazioni da parte del mondo ecologista.

Via libera anche alla possibilità di cacciare all'interno dei Parchi provinciali, così come al turismo venatorio per i residenti in Trentino, che ora potranno, previo intesa fra le riserve interessate, andare a caccia anche fuori dall'arco alpino, per esempio sugli Appennini.

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