Una settimana di inquinamento oltre i limiti. Sforamenti a Borgo, Riva e Rovereto

di Franco Gottardi

Fino a una settimana fa il Trentino era una specie di isola felice. Il problema dello smog che ammorba l’aria della maggior parte delle città italiane sembrava fermarsi a Borghetto e la stagione delle targhe alterne e delle polveri oltre i limiti essere solo un ricordo. Da una settimana a questa parte non è più così. Per la prima volta dopo mesi di aria pulita, o al massimo di sforamenti episodici, per ben otto giorni consecutivi le centraline di rilevazione hanno registrato valori oltre la soglia.
 
I problemi sono iniziati lunedì 25 gennaio a Trento nord. Quel giorno la concentrazione media delle polveri sottili (Pm10) nei pressi della centralina di via Bolzano è stata di 61 microgrammi per metro cubo, oltre il limite di 50 stabilito dalla legge, e anche il biossido di azoto ha superato il limite, caso piuttosto raro. La stessa situazione per quanto riguarda le Pm10, microgrammo su microgrammo giù, si è ripetuta nei due giorni successivi e il terzo giorno, giovedì 28, il «polverone» ha investito anche le zone di Borgo Valsugana e Riva del Garda dove le concentrazioni sono schizzate a 73 e 75.
 
Sabato si è aggiunta anche Rovereto e domenica, giorno peggiore, pure la centralina di Trento centro (parco Santa Chiara) ha segnalato valori decisamente oltre il limite. Il picco più alto è stato raggiunto il giorno 31 a Riva, con 98 microgrammi per metro cubo. E anche ieri, sebbene in miglioramento, i valori si sono assestati attorno ai limiti.
 
Ma mentre nel resto d’Italia i sindaci si affannano e si affrettano a varare provvedimenti straordinari, in Trentino finora la cappa di polveri non ha creato allarme. «La situazione - conviene Gabriele Tonidandel, responsabile del settore qualità dell’aria dell’Agenzia per l’ambiente - è un po’ più pesante di quanto non si vedeva negli ultimi tempi ma non è niente rispetto a quanto succede in altre città». Inoltre le previsioni meteo dicono che nei prossimi giorni le condizioni dovrebbero cambiare e contribuire a un ricambio dell’aria.
 
Ecco i dati di «Mal’Aria di città 2016», il dossier annuale di Legambientesull’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane

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