Expo, il Puzzone di Moena svetta nella top ten Coldiretti

Dal Puzzone di Moena al Marcetto teramano, ma anche il Bruss del Piemonte, lo Strachitunt della Lombardia e il Blu di pecora dell’Abruzzo. I formaggi sono le star della hit parade della «puzza che piace» stilata dalla Coldiretti e messa in mostra all’Expo nel suo padiglione.

Nell’Olimpo delle specialità made in Italy più puzzolenti - sottolinea Coldiretti - ci sono cibi fortemente rappresentativi della cultura, della tradizione e del territorio nazionale caratterizzati da un odore potente e pungente che ne esalta la distintività, ma che è anche il risultato di specifiche proprietà come l’aglio di Sulmona, la cipolla di Cannara, il tartufo, la colatura di alici della Campania.
Con questa iniziativa, alla presenza del presidente nazionale Roberto Moncalvo, la Coldiretti dà il via a Expo alle gallerie dei prodotti rappresentativi dei territori che a rotazione saranno nel padiglione. «L’Italia - dice Moncalvo - può vantare la leadership europea con 271 prodotti Dop/Igp, può contare su 4.813 prodotti tradizionali censiti dalle regioni, su 415 vini Doc/Docg, su quasi 21mila agriturismi, sul maggior numero di produttori biologici nell’Unione».

A prevalere nella speciale lista della «puzza che piace» sono i formaggi, ma non mancano i prodotti vegetali come il tartufo, l’aglio di Sulmona e la cipolla di Cannara e quelli a base di pesce come la colatura di alici, una salsa liquida dal forte odore che richiama il ‘garum’ amato dagli antichi Romani.

Il «marcetto teramano» - riferisce la Coldiretti - è una crema di pecorino dal particolare odore acuto. Formaggio dal sapore accentuato è anche il «puzzone di Moena», prodotto soprattutto dalla vacche della Val di Fassa, la cui crosta favorisce il riprodursi di una flora batterica che gli conferisce il sapore inconfondibile e il colore rossiccio caratteristico.

Se il «blu di pecora abruzzese» è uno straordinario pecorino erborinato da consumare con pane casereccio e noci, l’odore e il sapore che caratterizzano lo «Strachitunt» sono dovuti alla presenza di una microflora di batteri lattici che favoriscono la formazione di sacche d’aria nel formaggio, indispensabili per lo sviluppo di lieviti e muffe.

Il «Bruss» - continua la Coldiretti - è una crema prodotta con pezzi di formaggio riciclato e ricotte inacidite messi a macerare in recipienti di terracotta, che un tempo venivano esposti al sole e a cui viene aggiunto latte ovino, mentre la «ricotta Asquanta», di consistenza cremosa e spalmabile, deve il suo nome al termine dialettale pugliese che significa «forte», «scottante», perchè piccante.

Per quanto riguarda l’«aglio di Sulmona», il suo odore pungente - prosegue Coldiretti - si avverte solo quando viene tagliato o schiacciato. La sua persistenza è proverbiale in quanto il solfuro di metil-allile può rimanere in circolo anche per due giorni. Ma sono proprio queste sostanze a rendere l’aglio anche un fantastico antibatterico e ipotensivo. Studi recenti stanno inoltre evidenziando che nell’aglio sono presenti ormoni che fanno bene alla sessualità. La «cipolla di Cannara», infine, ha un odore intenso, con percezioni «erbacee» e «sulfuree» e per giunta è responsabile anche della lacrimazione quando si affetta. Si fa perdonare lo sgradevole alito cattivo che regala quando la si consuma cruda essendo ricca di vitamine e sali minerali e capacità antibatteriche e disinfettanti.

Ecco, secondo Coldiretti, la top ten della «puzza made in Italy che piace: Puzzone di Moena; Marcetto teramano; Bruss del Piemonte; Strachitunt della Lombardia; Ricotta Asquanta della Puglia; Blu di pecora dell’Abruzzo; Colatura di alici della Campania; Tartufo; Aglio di Sulmona; Cipolla di Cannara.

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