Lettere / Il direttore risponde

Siamo i soliti italiani, rigidamente flessibili

Un lettore: "I cugini greci, passetto dopo passo, si sono organizzati. Noi, invece, apriamo e non apriamo, permettiamo e non permettiamo..."

Caro direttore, ecco che dal 18 aprile 2021 siamo divenuti flessibili e responsabili: sintesi di quanto ha detto il nostro nuovo presidente del Consiglio. Rigidi perché da quanto sembra queste norme incontrano chi ha tirato avanti (o indietro?) la corda per oltre un anno.

Flessibili perché forniscono date e orari da segnare sul calendario mentre altre genti stanno camminando in avanti.

Parlo delle Isole Greche.

Piccole entità rispetto alle nostre isole ma con determinazione, isolata e isolana, si sono vacci-nate e pretendono che chi arriva abbia le carte in regola, quelle che noi facciamo fatica ad avere. I cugini greci, passetto dopo passo, si sono organizzati.

Noi, invece, apriamo e non apriamo, permettiamo e non permettiamo. Se dopo questa minuscola apertura di attività qualcuno non sarà in linea, chi lo redarguirà, chi lo supermulterà ? Siamo rigidi e flessibili.

Anche per gli orsi del Casteller, in Trentino, di cui uno (anzi una) riavrà probabilmente la libertà, ma rigidi perché non è la soluzione offerta da Brigitte Bardot.

Siamo flessibili sul ponte Caffaro ma rigidi multando chi lo percorre a peso estremo. Siamo rigidi per chi si vaccina di straforo, flessibili però non rivendicando chiarezza in seguito. Siamo flessibili sui mastrocchi in termini di prebende auto-votate, ma rigidi chiedendo una giustizia equa. Siamo rigidi o flessibili? È la domanda che mi pongo da quasi venti anni che il Virus ha esasperato ma non risolto – per me come forse per molti.

 

Giuliano Fago Golfarelli

 

L’Italia stava ormai esplodendo e i cittadini non ne potevano più

Posso rispondere con una battuta? Siamo italiani. Tendiamo a ritagliarci su misura le regole per indossarle al meglio, verificando sempre che siano invece gli altri a rispettarle con rigore.

Per quanto possa sembrare assurdo, l’ossimoro coniato dal ca-po del governo ci descrive alla perfezione. Siamo rigidi e flessibili. Anche sugli orsi, anche sul ponte che fa tanto discutere. Anche sulla questione dei vaccini: ci arrabbiamo se qualcuno salta la coda ma sotto sotto tendiamo a sperare di poterlo fare noi. Non a caso il governo certifica in un certo senso una situazione già esistente: l’Italia stava ormai esplodendo e i cittadini non ne potevano più.

Volevano aprire tutto e riprendersi la libertà e di conseguenza il presidente Draghi e i ministri hanno (apparentemente) accelerato, pren-dendo (in realtà) atto della situazione generale.

Poi ci hanno invitati a rispettare le regole e a non abbassare la guardia, quasi delegando-ci una parte di responsabilità, responsabilità che però - questo è vero - dobbiamo assumerci fino in fondo.

Perché i nostri comportamenti sono, nel bene e nel male, ciò che può salvarci o ciò che può spingerci di nuovo in fondo a un tunnel che potrebbe rivelarsi ancora molto pericoloso. Lo capiremo? Riusciremo ad essere responsabili o saremo come sempre un po’ troppo flessibili?

 

lettere@ladige.it

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