Mettete in prima pagina le donne dimenticate

Egregio direttore,abbiamo letto con piacere le pagine che l'Adige ha dedicato alla festa della donna e in particolare alla galleria fotografica nella prima pagina dell'edizione di domenica.

Vi compaiono i volti di donne assolutamente meritevoli e che ricoprono ruoli importanti nel mondo della politica, della cultura, dell'imprenditoria e dello sport.Forse non sarebbe stato male dare visibilità anche a qualche volto di donne quasi sempre dimenticate: le infermiere protagoniste silenziose nel periodo drammatico dell'emergenza Covid, le donne che si impegnano quotidianamente nella solidarietà sociale, le madri che devono accudire figli disabili, le figlie che assistono genitori anziani e malati, le donne che devono far fronte fra mille difficoltà alle esigenze di lavoro e a quelle della crescita e dell'educazione dei figli.Sarebbe bello che tutte queste donne fossero le vere protagoniste della festa dell'8 marzo, accanto a quelle che hanno saputo conquistare posizioni di rilievo nella società.

Carlo e Giovanna Giordani Villa Lagarina


 

 

L'8 marzo è ogni giorno

Faccio una premessa: come si prova a fare una cosa, si sbaglia.

Ho ricevuto molti complimenti, per quelle pagina, ma anche tante obiezioni simili alla vostra (non le chiamerei proprio critiche, ma non siamo lontani). Qualcuno ha parlato di "selezione", rifiutando l'idea che si possa fare una specie di classifica (non era ovviamente questa la mia intenzione, anzi!), altri ed altre hanno aggiunto nomi, escludendone altri e contestando la nostra scelta.

A tutti ho risposto la stessa cosa: prima ho ringraziato, perché trovo molto utili tutte le osservazioni e anche le critiche; poi ho spiegato che per noi l'8 marzo è ogni giorno.

Infatti ogni giorno cerchiamo, accanto alle notizie, di raccontare tante storie: di infermiere (a loro abbiamo dedicato decine di pagine, puntando spesso anche sui loro volti, spesso martoriati dalla fatica), di madri, di figlie, di cittadine che di solito non finiscono sotto i riflettori, di donne che vivono in perenne salita e, fin troppe volte, di donne che non ci sono più, perché sono state barbaramente uccise. Se avessi messo mille volti in prima pagina avrei comunque scontentato qualcuno. Ma ho scoperto un'altra cosa: nessun giornale ha osato mettere ben venti volti di donne in prima pagina.

E questo lo considero dunque un buon inizio. Certo, abbiamo scelto volti noti: perché volevano che ognuno (e ognuna) si riconoscesse in quelle belle facce di persone che sono conosciute per il loro impegno, per il loro lavoro, per la loro attività. Per noi, tutte le donne sono protagoniste comunque dell'8 marzo e degli altri 364 giorni dell'anno. Ma questo cerchiamo di dimostrarlo di giorno in giorno.

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