Fanatismo e stupidità ai tempi del Covid

Superstizione, fanatismo, creduloneria: la pandemia ha risvegliato il peggio degli uomini, ci dice questo nostro lettore. E risponde il Direttore, Alberto Faustini.

Fanatismo e stupidità ai tempi del Covid

C’è una stretta connessione fra il fanatismo e la stupidità. Il comportamento dell’essere umano è influenzato dagli stati emotivi: l’amore, l’odio, la rabbia, la gioia, la compassione. Molte volte, inspiegabilmente, senza lasciare spazio all’obiettività e alla razionalità. Questa situazione antirazionale è determinata in parte da istinti naturali, in parte dalla condotta di altre persone. Le conseguenze possono essere nefaste. Se una persona non è dotata di un alto grado di razionalità e di autocritica finisce vittima della credibilità collettiva e diventa un fanatico. Ciò vale in tutti gli aspetti della vita. Il cristiano dell’era medioevale, che abbraccia fanaticamente la profonda religione, si convince che il cattolicesimo sia l’unica religione giusta e non possa convivere con altre ideologie religiose, che hanno aspramente combattuto ed eliminato alla faccia della terra! Quante torture ed uccisioni in nome di Gesù Cristo, che pure predicava la pace, la tolleranza e il perdono. Oggi viviamo in una globale crisi di epidemia; la preoccupazione razionale di ciascuno dovrebbe esser quella di salvare la propria vita e la vita degli altri, il che si ottiene seguendo le severe regole imposte dalla scienza medica. La settimana scorsa a Bergamo, al di fuori dello stadio comunale (accesso al quale è proibito dal governo) si sono radunati circa tremila tifosi dell’Atalanta, che hanno ritenuto legittimo raggrupparsi fuori dallo stadio per tifare fanaticamente alla squadra del cuore. Per carità, può essere anche giustificazione l’attaccamento ad un simbolo sportivo, ma il tifo deve rimanere nei limiti della moderazione, ed il tifoso deve essere conscio che i valori della vita sono altro. Possibile che nessuno di questi tifosi si sia guardato allo specchio ed abbia fatto un processo di autocritica? E non si renda conto che questa capricciosa e fanatica passione attenta alla salute propria e degli altri?

Alberto Pasquali 


 

Quelle regole che nessuno rispetta, né fa rispettare

Troppe persone, purtroppo, vivono ormai questa pandemia come se non ci fosse. Non penso ci sia una connessione fra la stupidità e il fanatismo (molti di noi sono tifosi di qualcosa o di qualcuno, anche se magari non sono proprio fanatici), ma certo vedo molti (apparenti) stupidi in giro. Anche se la definizione giusta è forse quella di “esasperati”: persone che in un primo momento hanno rispettato le regole e che ora non ce la fanno più. Non è certo un alibi o una giustificazione: è una fotografia della realtà. Restano incoscienti, sia chiaro. E non hanno giustificazioni. Ma solo l’esasperazione spiega tutte queste mascherine abbassate, tutti questi assembramenti sfrontati. All’inizio tutti erano ligi e rigorosi. Ora quasi tutti faticano, per ragioni diverse e solo in parte comprensibili (e comunque sempre irrazionali, visto che il Covid-19 è rimasto il padrone della scena). Nel mio piccolo, non ne posso più di vedere persone che approfittano di ogni cosa per abbassare (o per indossare male) la mascherina: uno perché cammina, l’altro perché telefona o va in bici, l’altro ancora perché fuma, perché beve, perché sta dettando qualcosa al cellulare, perché ha un improvviso prurito al naso, perché ritiene di esser lontano dagli altri o, per ragioni che spesso solo lui conosce, non pericoloso. I tifosi che si trovano all’esterno di stadi chiusi sono solo la punta di un iceberg che mette i brividi. Forse, a questo punto, avrebbe più senso riaprire gli stadi con distanze e regole rigorose. Regole che, per paradosso, all’esterno, dove non c’è nessun controllo perché gli stadi sono formalmente chiusi, nessuno rispetta e nessuno fa rispettare. 

lettere@ladige.it

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