Il cattivo esempio di Sgarbi e Feltri

Il cattivo esempio di Sgarbi e Feltri

Caro direttore, due spunti per sollecitare una tua risposta. Il primo riguarda il presidente di Confindustria Bonomi, che è entrato nel tradizionale ruolo di cane e gatto con questo governo considerato troppo di sinistra (mamma mia!) e, colpa grave consequenziale, troppo vicino al nemico più temuto, il sindacato. Quindi con le rituali e antiche accuse a Conte di essere in contrasto e di non aiutare abbastanza l’industria in questo momento così drammatico ed in vista degli appetitosi aiuti, forse, provenienti dall’Unione Europea, che Bonomi vorrebbe in gran parte incassare. Accolgo quindi su questo tema, concordandolo in pieno, l’appello fatto dal democratico Del Rio, che a Bonomi ha risposto di preoccuparsi della scandalosa evasione delle tasse e dell’Iva. Un’evasione che si aggira sui circa 150 miliardi. Il secondo argomento riguarda due esponenti, diciamo, molto sopra le righe. In un tuo vecchio commento affermavi la sua indiscussa intelligenza sulla quale concorderei anch’io, ma... Chiarisco, mi riferisco al giornalista Feltri e al critico, parlamentare e tuttologo Sgarbi.
Il primo dopo le ormai scandalose ed ignobili offese al Sud (per carità anche se per sbaglio forse, con qualche ragione) e non solo ma, uscendo del tutto dalle righe e dal senno, infilandosi anche nel più basso gossip su vari personaggi politici, dello spettacolo, del web e altro (tutti insomma) che odia, dopo le ovvie accuse ricevute un po’ da tutti, si è dimesso (pare) dall’Ordine dei giornalisti, del quale, per me, non ne era ormai più degno. Hai perso uno…stimato collega! Il secondo riguarda Vittorio Sgarbi, ospite imprescindibile, per tirare un po’ su lo share di trasmissioni e talk politici che vivono solo di questo, non certo per l’informazione, dove se va bene ed è tranquillo urla e offende tutti, è stato trascinato a viva forza e di peso da quattro uscieri fuori dal Parlamento, dopo aver urlato come sempre, uscendo di testa, offeso con termini irripetibili una magistrata del suo stesso partito e la presidente Carfagna. Dunque, a parte questi esempi di persone considerate da noi “intelligenti” che invece, sempre per me, squalificano l’essere umano e la società, e che dovrebbero solo, a fronte invece della loro misoginia, narcisismo e arroganza, scusarsi e vergognarsi, mi chiedo se l’intelligenza sia sempre così importante per emergere nella società e non lo sia invece di più il rispetto, l’equilibrio, l’educazione e l’umiltà, doti umane ormai rarissime come la storica figurina introvabile di Pizzaballa, magari accontentandosi di non voler arrivare ad essere proprio e sempre un Einstein o un premio Nobel. Non so cosa tu pensi, ma forse anche Hitler era intelligente?

Alberto Penazzi


 

Paragone con Hitler fuori luogo

Bella provocazione. Feltri e Sgarbi, con tutti i loro difetti, non sono comunque avvicinabili ad Hitler. Ma andiamo con ordine: Bonomi fa il leader del suo “sindacato” e porta acqua alla sua causa. La cosa è abbastanza normale. Il che non significa dire che le sue posizioni siano da condividere. In una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, anche i toni aspri sono tutto sommato comprensibili. Feltri è da tempi in perenne conflitto con l’Ordine dei giornalisti (che l’ha richiamato, sospeso, ammonito...) e con quasi tutto il resto del mondo.
A volte si sceglie di andarsene prima che a decidere di allontanarci per sempre siano altri. Oggi fatico a riconoscerlo, ma è stato a lungo un giornalista di razza. Anche quando ha saputo interpretare alla perfezione un pezzo del Paese (fatto di lettori ed elettori che in lui hanno visto una sorta di guida). Fino a quando non ha iniziato a usare certi toni, nel goffo tentativo di andare sempre e comunque oltre le righe, ha rappresentato un perfetto esempio di democrazia e di libertà d’espressione. Siamo un Paese libero, no? Sgarbi, con certe uscite, fa invece torto ad un’intelligenza e a una preparazione che tutti gli riconoscono. La domanda è duplice. La prima: quanti Sgarbi ci sono? Il critico, il collezionista (d’arte, ma anche di cariche), l’intellettuale, il politico, il guascone, lo sciupafemmine (sia chiaro, termine usato in accezione negativa), l’ospite fisso di salotti non solo televisivi, l’uomo che fa un uso disarmante di una rara violenza verbale che lo porta spesso ad uscirsene con frasi inaccettabili... Io ne ho conosciuti diversi, di Vittorio Sgarbi. E ogni volta ti chiedi come gli uni possano convivere con gli altri.
La seconda domanda è sull’”uso” che si fa di Sgarbi. Chi gli affida un incarico, chi gli chiede di candidarsi, chi lo invita in tv o altrove, sa perfettamente chi sta invitando, chi sta coinvolgendo. E spesso lo fa proprio nella speranza che Sgarbi a un certo punto si trasformi, tirando fuori il peggio di sé, quel pezzo che alcuni di noi evidentemente amano o nel quale comunque si riconoscono. Continuo a pensare che il peggior nemico di Sgarbi sia Sgarbi (lo stesso discorso si può certo fare anche per Feltri). Ma qualcuno dovrebbe porsi più di una domanda sul loro successo: perché a tanti piace seguirli e ascoltarli? Sono a dir poco divisivi, certo, ma quando qualcuno divide molto, c’è sempre - per quanto la cosa ci possa stupire - anche chi sceglie di stare dalla sua parte. Chi non cambia canale, insomma. Venendo infine al portiere Pizzaballa (figurina mitica e introvabile per mille ragioni, a cominciare da quella che la stamparono solo in un secondo moment), ti dico che la serietà, l’umiltà, la preparazione, pagano ancora. Forse non bucano lo schermo, ma non esiste solo lo schermo, come non esiste solo il mondo virtuale, per fortuna. In tutti i casi, teniamoci stretti la normalità. C’è sempre qualcosa di straordinario, nella normalità, non trovi?

lettere@ladige.it

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