Dal femminismo ai libri passando per la storia

La lettera al direttore

Dal femminismo ai libri passando per la storia

Caro direttore, il femminismo nel mondo ha fatto un buon lavoro, quasi esclusivamente nel portare alla luce alcune patologie delle adolescenti: anoressia, bulimia, shopping compulsivo, e simili. Ma dove erano le femministe mentre il Presidente Clinton faceva scempio di Juanita Broaddrick, Gennifer Flowers, Paula Jones, Susan Mc Dougal e Monica Lewinsky? Tutte queste donne hanno subito molestie su posto di lavoro. Monica Lewinsky, ragazza ebrea, faceva la stagista nell’ufficio del più potente uomo del pianeta. Fu zittita dalle femministe e accusata dal suo datore di lavoro - il presidente degli Stati Uniti d’America - del delitto di spergiuro, di essere una squilibrata e, forse, di aver avuto un’infanzia difficile. Ma le femministe sono veramente portavoce dei diritti delle donne? A quanto pare, no. Sono tifose della sinistra, costi quel che costi delle donne. Se il femminismo oltranzista non consiste nella difesa di tutte le donne, allora non rimane che sperare nella forza di ispirazione del femminile.
- Difendo le ragioni dell’eleganza dello scrivere e sostengo che le doti della bella scrittura sono i fondamenti della buona civiltà. Ma una sciocca superstizione, un rispetto imbecille per il supposto carattere sacro della stampa, impedisce di buttarne via una non piccola parte.
- In occasione del delitto Matteotti, nessuno alla Camera dei Deputati si avvalse dell’articolo 47 dello Statuto Albertino che così enunciava: la Camera dei Deputati ha il diritto di accusare i ministri del Re, e di tradurli davanti all’alta Corte di Giustizia.
- I compagni ideali che mai rinunceranno, sempre ugualmente al silenzio e alla parola: sono i libri, e con simili amici di ogni epoca e di ogni lingua, nessuna serata sarà più solitaria.
- Le storie sono antiche quanto l’umanità. Io le ho sognate quando ero un bambino e poi le ho dimenticate. Nel corso del tempo, spinto da un’irresistibile nostalgia, mi sono messo alla ricerca di una di esse «La storia perfetta». Senza crederci completamente quella storia, passata, mi ha annunciato, come briciole profetiche, la storia a venire della mia vita.
- Mai come oggi c’è bisogno di gentilezza. Siamo in un mondo in cui prevaricare sugli altri sembra l’unica soluzione per sopravvivere. La gentilezza oggi è la capacità di mettersi in relazione con gli altri, di accettarne le differenze, e di confrontarsi senza mai usare la violenza per fare valere le proprio ragioni.
- Gli scienziati, quando sono onesti, ammettono che a volte quelle che loro inventano sono favole e aggiungono che non è colpa loro se i profani le confondono imprudentemente con la verità.
- Il problema non è il popolo della rete, ma il popolo.

Giorgio Ruggiero Carli


 

Senza il femminismo tanti passi non si sarebbero fatti

Partiamo dal femminismo. Lo si può guardare come si guarda un partito, esaltandone le conquiste, le frasi che ancora restano, le svolte epocali, o concentrandosi sulle sconfitte, sugli slogan falliti, sulle cose che non ha saputo fare, conquistare, cambiare. La cosa migliore è fare invece una cosa e l’altra, riconoscendo però che senza femminismo tanti passi - importanti passi che riguardano l’intera società - non si sarebbero fatti. Sul secondo tema sono troppo di parte: non solo perché amo le parole belle e ogni cosa ben scritta, ma anche perché fatico a separarmi da ritagli, vecchi giornali, libri, blocchi pieni di vecchi appunti... La mia vita, in un certo senso, si svolge sempre su un palco che ha per fondale una montagna di parole scritte. Il delitto Matteotti resta una pagina buia, non solo se osservata dalla “lente” di quel Parlamento già genuflesso al cospetto del fascismo. Sui compagni ideali torno alla risposta di prima, sulle parole scritte, e aggiungo, fra gli amici speciali, anche le persone in carne ed ossa che hanno frequentato buoni libri. A proposito: ogni buona storia è perfetta, per ragioni diverse. Infine, amo la gentilezza da sempre: incontrata, scoperta, praticata. Gli scienziati inseguono la realtà che c’è anche in quelle che sembrano favole; non sempre - è vero - con eguale successo. Sul popolo, lo sa, sono più ottimista. A quello virtuale della rete preferisco comunque sempre quello reale.

a.faustini@ladige.it

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