Violenza e razzismo Stadi specchio del Paese

La lettera al direttore

Violenza e razzismo: stadi specchio del Paese

Caro Faustini, si torna a parlare della violenza, razzismo, (ennesimo caso Balotelli) xenofobia, politica e antisemitismo nel calcio, tema che periodicamente e superficialmente, da almeno trent’anni, torna nelle discussioni (inorridite) in televisione e sui giornali, ogni volta che accade l’ennesimo evento criminale dentro o fuori dagli stadi. Seguo da sempre il calcio, ma sono ormai schifato di come si sia ridotto, questo meraviglioso sport. Le continue violenze e anche le morti avvenute da “criminali dello stadio”, contro giocatori di colore, cori offensivi di ogni genere, xenofobi, razzisti e antisemiti contro i “diversi”, hanno ridotto gli stadi in campi di guerriglia, nei quali le famiglie, come era invece ai miei vecchi tempi, non possono più mettere piede per passare un bel pomeriggio. È un problema dello sport e specifico del calcio seconde te caro direttore? Non per me, e tutti continuano, politici e giornalisti sportivi, ipocritamente, a scandalizzarsi, valutando e scandagliando nei minimi termini ogni singolo fatto, non capendo perché accada nel calcio, e proponendo soluzioni inutili e palliativi da più di trent’anni, senza mai azzardarsi ad addentrarsi realmente e a dire la cruda verità. No, è ora di dirlo chiaramente: il calcio non c’entra nulla: è solo diventato il veicolo più semplice e spettacolare di frange di ultra destra (CasaPound, Forza Nuova e altri bei soggetti) per dimostrare e portare avanti la loro violenta propaganda, esclusivamente politica e di credo, già presente massicciamente sui social, nelle manifestazioni a braccia alzate nelle strade e piazze, violenze verso migranti e più deboli. Il calcio preso come pretesto per ogni tipo di delinquenza, spaccio di droga, interessi finanziari, scommesse clandestine, occasione per violenti regolamenti di conti tra bande. E questo sarebbe il tifo sportivo del calcio? Ci sarebbe ugualmente anche nella pallavolo, pallacanestro, perfino nel gioco delle bocce se questi fossero sport nazionali e seguiti dalla massa. Del resto di cosa ci sorprendiamo se anche l’ala destra insieme a quella più estremista (ormai un lontano ricordo quella moderata e democratica, che si è ritirata in buon ordine) si sta prendendo tutto il Paese ed è votata da una grande maggioranza di italiani? Di cosa ci sorprendiamo se in Parlamento l’intera destra non ha votato per la commissione che dovrebbe esclusivamente segnalare occasioni di razzismo, antisemitismo e altre discriminazioni razziali proposta dalla senatrice Segre più volte oltraggiata come ebrea? E Salvini risponde che anche lui subisce minacce…! Lui c’è stato nei campi di concentramento, o meglio li vuole negare? Un Paese che oltre alle quotidiane nefandezze sociali e politiche, permette all’estrema destra di bruciare due volte una libreria, che aveva solo il compito, il piacere e il dovere di diffondere cultura, in rioni del tutto degradati. Arriveremo presto alla notte dei cristalli? Questi delinquenti scambiati per “tifosi” e divisi tra loro teatralmente e artificiosamente per le maglie delle diverse squadre, ma uniti invece nel loro unico credo. Il commento del capo del tifo (???) veronese Castellini (guarda caso di Forza Nuova) che ha preso di mira Balotelli dicendo che non sarà mai italiano, è stato apprezzato pure da una parte del consiglio comunale di Verona, (che vogliono denunciare a loro volta Balotelli) anche se solo un’altra ne prende (ora) le distanze. Tifo estremo che ormai tocca tutta l’Italia. Possiamo scandalizzarci, ripeto, ipocritamente, di quello che succede negli stadi, fotocopia di quello che accade nella vita quotidianamente? Per favore non cerchiamo soluzioni inutili per identificare i singoli colpevoli di questi gesti e offese vergognosi, (sono conosciuti singolarmente per nome e cognome nelle varie curve) con telecamere, daspo alle partite e altro. Questa è la politica di estrema destra che si è presa, incoraggiata nascostamente da molti personaggi di spicco politici (anche questi li conosciamo) che si rifiutano di guardare la realtà ed ammettere l’odio che ormai hanno sparso ovunque, anche negli stadi, grande vetrina, per una maggiore e capillare propaganda sempre più violenta per fini a loro congeniali, con messaggi e minacce molto chiari verso tutti gli avversari in genere, diversi da loro, nel calcio, politica, razza, religione. Se le squadre in primis, ma soprattutto la politica, non interverranno massicciamente, emarginando e mettendo fuori da ogni ambito, fino alla galera, questi squallidi soggetti, applicando le esistenti leggi antifasciste e per ogni discriminazione di razza, non ne usciremo mai. Ma per favore non parliamo di problema sportivo e del calcio in particolare. Non ho ancora sentito parlare, all’opposto, di curve violente di sinistra razziste e antisemite, vedo solo bandiere ovunque con croci celtiche, uncinate, messaggi e cartelli di solo odio unidirezionale. Il disegno finale di questi miserabili è portare alla ribellione, alla rivolta, scuotere la società a loro vicina, all’odio per la democrazia e del rispetto altrui, e quando “quel” popolo sarà arrivato alla giusta cottura, come sempre, a riportare l’ordine, ci penserà la destra, con le buone o le cattive. Fino a quando dovremo sopportare tutto questo?

Alberto Penazzi


 

 

Una certa politica esalta l'odio

Il calcio è effettivamente solo il ring perfetto per dare il peggio di noi. E in parte è uno specchio del Paese. A volte riflette l’immagine di ciò che accade da altre parti, a volte esalta quelle stesse immagini. E il clima generale non è bello, indubbiamente. Devo però anche dirti che una certa politica fomenta indubbiamente un non meglio definito malcontento, ma a volte esalta ciò che nel Paese c’è già: odio, egoismo, incapacità d’ascolto e di dialogo. Difficile dire insomma se sia nato prima l’uovo o la gallina. Per lavoro (che resta il lavoro più bello del mondo, per me) qualche volta frequento stadi diversi (confermo: da poche porte ci si “odia” come nel calcio, fra diverse tifoserie) e devo dirti che la minoranza chiassosa e violenta non va mai confusa con la maggioranza educata e silenziosa. Ovunque, anche in stadi importanti, ho incontrato belle famiglie. Volti giovani e meno giovani che ci dicono che non c’è solo un’Italia piena di veleno e di rancore. Ce n’è anche una che ama, stima e rispetta tutti i Balotelli che ogni giorno, in varie discipline e in varie attività, rendono grande lo sport, il lavoro, la società.

a.faustini@ladige.it

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