Weinstein a processo a Los Angeles, 5 anni #MeToo

(ANSA) - NEW YORK, 09 OTT - Cinque anni dopo le prime, esplosive accuse che hanno travolto la sua carriera di mogul del cinema, Harvey Weinstein torna alla sbarra, stavolta a Los Angeles. Il processo che si apre domani con l'inizio della selezione della giuria vede l'ex boss della Miramax di fronte alle accuse di cinque donne che affermano di esser state violentate o molestate sessualmente tra il 2003 e il 2014 dall'allora potente produttore. Per Weinstein è il secondo processo dopo quello che nel 2020 a New York lo ha condannato a 23 anni, di fatto il carcere a vita. L'anno scorso il produttore di film come 'Pulp Fiction' e 'Shakespeare in Love' è stato estradato in California per rispondere ad altre undici imputazioni. Weinstein prevedibilmente passerà il resto dei suoi anni in prigione, ma Jamie White, un avvocato che ha rappresentato le vittime di un altro molestatore seriale, il coach della nazionale di ginnastica Usa Larry Nasser, ha spiegato che è importante che tutte le vittime ricevano giustizia. Così anche per Gloria Allred: "Non c'è limite al numero di processi per lo stesso imputato: l'obiettivo è ottenere giustizia per tutte", ha detto a 'Variety' l'avvocatessa, da sempre paladina dei diritti delle donne. Il processo a Los Angeles arriva a cinque anni dalle prime accuse a Weinstein sul 'New York Times' e sul New Yorker': gli scoop dei giornali diedero vita a un movimento di donne, molte delle quali famose, pronte a denunciare le molestie subite sul luogo di lavoro, a partire dal mondo dello spettacolo. Molte all'epoca scelsero di restare anonime, e solo poche inizialmente uscirono allo scoperto - tra queste le attrici Ashley Judd e Asia Argento - per raccontare come il potere sul futuro della loro carriera le avesse costrette a piegarsi a uomini molto più potenti di loro. Nel caso di Weinstein le voci circolavano da tempo. 'New York Times' e 'New Yorker' misero in luce la punta dell'iceberg, rivelando come il capo della Miramax avesse assoldato avvocati e detective per mettere a tacere le accusatrici. Dopo le prime rivelazioni, una novantina di donne si fece avanti: in molti casi le accuse, vecchie di decenni, erano cadute in prescrizione. Weinstein, come molti uomini messi alla gogna dal #MeToo, si è sempre proclamato innocente: il sesso, a loro dire, sarebbe stato consensuale. Cinque anni dopo, il movimento tira le somme, e il bilancio è a luci e ombre. Per un Weinstein in prigione e un Kevin Spacey sul banco degli imputati in Gran Bretagna, altri vip come l'attore James Franco hanno patteggiato per chiudere le vicende giudiziarie che li riguardavano, mentre Bill Cosby è tornato in libertà per vizio di forma anche se poi è stato condannato a risarcire una donna molestata quando era ancora teenager in una camera da letto della Playboy Mansion. Il comico Louis C.K. è salito di nuovo sul palcoscenico facendo dimenticare le accuse di essersi masturbato in pubblico davanti a collaboratrici. Weinstein torna alla sbarra a pochi mesi dalla fine del processo-spettacolo che ha condannato Amber Heard a pagare all'ex marito Johnny Depp dieci milioni di dollari per diffamazione: nel caso dell'attrice di 'Aquaman' la giuria non ha creduto alla sua versione di essere una sopravvissuta alla violenza domestica. (ANSA).